Martedì della quinta settimana di Quaresima – 19 marzo 2024
Una caratteristica fondamentale dell’insegnamento spirituale indiano è maya. Originariamente significava il potere magico con cui gli dei potevano convincere gli umani che l’irreale è reale. Successivamente definiva la forza cosmica che rende l’intero mondo dei fenomeni magici come reali e duraturi. Questo può essere un insegnamento attraente a livello mentale ma spaventoso quando si tratta di sperimentarlo e realizzarlo da soli.
È attraente perché sembra offrire una via di fuga – se mai ne avessimo bisogno o decidessimo di rischiare di prenderla – dai problemi di questo mondo verso un mondo reale immaginato come un resort celeste interamente composto da pace, gioia e frequentato da person altruiste. Ramana Maharshi, l’incarnazione di chiunque possieda la saggezza della mente orientale, è chiaramente non equivoco a questo proposito. Sì, il mondo come lo vediamo e lo subiamo è irreale, è simile ad un’immagine proiettata su uno schermo o alle parole scritte su una pagina bianca. Ma questo concetto della sua irrealtà è una spina usata per togliere una spina. Una volta che abbiamo effettivamente verificato la natura illusoria del mondo, come proiezione della nostra mente dominata dalle forze dell’ego, non dobbiamo più rifiutarla.
Ramana disse: “Come ricercatore spirituale devi dire che il mondo è un’illusione. Non c’è altro modo. Quando qualcuno dimentica di essere Brahman, che è reale, permanente e onnipresente, e si illude pensando di essere un corpo nell’universo che è pieno di corpi transitori, e soffre di quell’illusione, devi ricordarglielo che il mondo è irreale ed è un’illusione.’ Ma quando guardi attraverso la sua natura illusoria, vedi che Dio e l’universo sono uno, il foglio e le parole su di esso sono uno.
E’ un problema risolto? Oppure un percorso indicato? Solo la pratica e la pazienza possono portarci gradualmente a vedere esattamente cosa significa la “natura illusoria del mondo”. Se non ne vediamo il significato, amplifichiamo il nostro mondo illusorio e restringiamo la nostra visione della realtà. Eppure l’esperienza dimostra che il mondo in cui pensiamo di vivere come reale è una proiezione di paure, desideri e fraintendimenti. Ovviamente vogliamo sfuggire al dolore di questo. Ma è proprio la sua stessa natura illusoria su cui dovremmo lavorare innanzitutto.
La pratica della meditazione produrrà questo risultato con un effetto inizialmente temporaneo e, infine, ininterrotto. In qualsiasi momento possiamo smettere di preoccuparci e di arrabbiarci, semplicemente rivolgendoci allo splendore dorato del regno dentro di noi. È a portata di mano anche se il sentiero sembra stretto. Cambia idea, reindirizza il raggio della tua attenzione e riponi la tua fiducia nella realtà che appare.
È questa una chiamata seducente a separarci da coloro che amiamo e a distogliere freddamente la nostra attenzione da un mondo sofferente per cui dovremmo piuttosto provare compassione? In primo luogo, dovremmo arrivare al punto in cui illusione e realtà si confrontano e poi fare la scelta prima di esprimere pregiudizi.
Recentemente mi sono trovato su una scala mobile immensamente lunga e ripida in un aeroporto. Non mi piacciono le altezze ma mi sono voltato per guardare in basso. Ho visto una famiglia separata riorganizzarsi. Man mano che salivo, si ritiravano e diventavano più piccoli, ma ho visto avvenire questo in uno spazio sempre più grande. Man mano che mi allontanavo, potevo anche sentirmi più vicino. Forse morire è così.