Giovedì della quarta settimana di Quaresima – 14 marzo 2024
Il Ramadan è l’equivalente musulmano della Quaresima. I musulmani osservanti digiunano ogni giorno fino al tramonto in occasione del mese in cui il Corano cominciò a essere rivelato al profeta Maometto. L’inizio vero e proprio del Ramadan dipende dal primo avvistamento della nuova falce di luna ed avvenuto quest’anno la domenica scorsa in Arabia Saudita.
Mentre inizia il digiuno dal cibo e dalle bevande, la festa orgiastica della violenza a Gaza continua senza sosta. Il cessate il fuoco chiesto dalle nazioni civili non è stato concordato. I corridoi umanitari non sono stati creati per consentire agli aiuti di raggiungere coloro che soffrono in modo estremo. Bambini, donne non combattenti e anziani continuano a essere uccisi e il numero dei nuovi mutilate sia psicologicamente che fisicamente e che sono destinati ad una vita di estreme difficoltà, cresce ogni giorno. Mentre inizia il digiuno religioso, l’ONU avverte che una carestia nel nord di Gaza è quasi inevitabile.
Gli esseri umani sono o no interessanti? C’è una storia riguardo Auschwitz su un gruppo di rabbini che discutevano se Dio avesse infranto la sua alleanza con il suo popolo eletto permettendo la Shoah. Esausti e affamati alla fine della giornata, convocarono un tribunale nella loro capanna gelata per mettere sotto processo Dio. Non ci volle molto per giudicarlo colpevole. Aveva chiaramente abbandonato il suo popolo. Quindi il rabbino presiedente concluse: “Ora diremo la preghiera della notte e andremo a dormire”. Una volta chiesi a un mio vecchio amico rabbino se pensava che Dio avesse un popolo favorito. Disse che da giovane non aveva dubbi: erano gli ebrei. Più tardi arrivò a credere che Dio non aveva favoriti ma amava sempre tutti allo stesso modo. Ora, ha detto, sente che i favoriti di Dio esistono: sono gli “anawim”, i più poveri, abbandonati, rifiutati dell’umanità qualunque sia la loro fede o etnia.
Sembra che la pratica della fede religiosa sia resiliente fino a un punto di sublime assurdità. Forse, mentre intorno a noi crollano le condizioni della decenza umana e lo spirito religioso viene rifiutato, i segni esteriori della fede assumono un significato nuovo, paradossale, come l’ultima speranza che gli esseri umani possano essere riabilitati dopo essersi disumanizzati. Queste pratiche religiose allora non sono più superficiali o routinarie o semplicemente segni di appartenenza tribale; hanno acquistato uno splendore, una gloria addirittura paradossale, perché il mistero stesso, al di là di ogni segno e di ogni parola, viene svelato attraverso di loro quando l’umanità è nella sua condizione più disperata.
Potremmo deriderlo. Oppure potremmo intravedere cosa traspariva oggi in quella capanna ad Auschwitz o durante il Ramadan negli ospedali bombardati di Gaza. È qualcosa a cui non dobbiamo nemmeno provare a dare un nome. Tuttavia, se lo vediamo e lo riconosciamo, siamo costretti a immergerci nel silenzio più profondo dove la solidarietà con la sofferenza dell’umanità rivela la realtà fondamentale dell’unità resiliente, anche tra oppressore e vittima.