Venerdì dopo il mercoledì delle Ceneri
Dio una volta diede ad un Gruppo di persone a malapena una tribù, che camminavano attraverso il deserto e che un giorno si ribellavano ed il giorno successive si pentivano, una scelta semplice: vita o morte. Li ha spaventati e contemporaneamente concentrati (per un po’). Ai nostri giorni la scelta è in termini meno religiosi: noia o meraviglia.
Il nostro desiderio di novità e di nuovi stimoli si estende a tutti gli aspetti della vita quotidiana. Non possiamo concentrarci su tutto e provarci è nauseante. L’avidità, secondo I padri del deserto era il desiderio di possedere e controllare tutto, il che è evidentemente impossibile. Ma I desideri impossibili spesso controllano il nostro comportamento, la golosità è diversa dall’avidità. Nella tradizione del deserto corrispondeva al tentativo assurdo di infilare nell’ego tutto ciò che si desidera avere, consumandolo al punto da vomitare o danneggiare il nostro bellissimo pianeta. Cambia anche il modo in cui pensiamo.
Misuriamo significato e valori mediante l’analisi economica e, sempre più, tutto si riduce al pensiero quantitativo? Esiste un programma per computer per quasi tutto ciò che è essenzialmente umano, anche per la compassione e la terapia. Quantificare l’umano disumanizza e involgarisce le nostre menti e corrompe la nostra visione del mondo. Marco Schloremmer, un rinomato ricercatore sull’intelligenza artificiale nella nostra comunità, mi ha detto di recente che è il linguaggio che usiamo riguardo all’intelligenza artificiale a causare il nostro timore e la nostra ansia al riguardo. I computer non imparano. Non hanno memoria. Non scelgono. L’intelligenza artificiale non è intelligente. Fanno semplicemente quello per cui li programmiamo.
Se ne facciamo i nostri nuovi idoli e trasferiamo loro la nostra forza interiore, non facciamo altro che ripetere l’idolatria ridicolizzata dal salmista (Sal 115):
I loro idoli sono argento e oro, realizzati da mani umane.
Hanno bocche, ma non possono parlare, occhi, ma non possono vedere.
Il pericolo non sta nell’idolo ma nella nostra volontà di sottostare ad esso, di vedere la coscienza e il benessere umani come inferiori o irrilevanti. Nei loro anni di vagabondaggio, coloro che sfuggivano alla schiavitù spesso si deprimevano e si annoiavano e si costruivano idoli per consolarsi. L’idolatria fallisce e alla fine ci annoia a morte. La scelta della vita solitamente non è comoda ma non è mai noiosa.
La meditazione viene praticata nello spirito della Quaresima durante tutto l’anno. In questi giorni possiamo capire il perché. Meditare è una scelta per la vita. Non sempre facile, comoda o conveniente. È ripetitiva, ma mai noiosa.