Lunedì della prima settimana di Quaresima
Uno dei modi migliori per cambiare la tua prospettiva sulla vita e la tua visione della realtà è parlare in modo intelligente con un bambino. O meglio ancora, trattare il bambino come un essere intelligente e ascoltarlo. Le domande che un bambino pone, le intuizioni che trasmette ingenuamente possono fermarci e umiliarci.
Fin dal nostro primo barlume di coscienza, l’essere umano è condizionato non solo a sopravvivere e riprodursi, ma a interrogarsi, cercare significato e desiderare la realizzazione. A volte penso quanto sarebbe più semplice se non avessimo questo condizionamento, perché le domande, la ricerca e il desiderio portano anche malcontento e sofferenza. Non sorprende che oggi esista un’industria, chiamata turismo e intrattenimento, che ci permette di uscire da questo fardello umano e fantasticare di poter essere felici semplicemente consumando ciò che desideriamo. Niente, quindi, sembra più meraviglioso che appassionarsi a una serie Netflix o anche, cosa più triste, abbandonarci a forme peggiori di dipendenza e negazione.
Un giovane visitatore una volta mi raccontò di essersi divertito durante un viaggio edonistico sulle spiagge della Thailandia, con una nuova ragazza e altri amici. Sdraiato sulla sabbia dorata, pensò tra sé e sé “questa è la vita” e poi, come se all’improvviso gli fosse stato tolto il pavimento da sotto i piedi, si rese conto che non era abbastanza, non era quello che voleva veramente. Domande, significato e desiderio ritornarono.
Non sto dicendo che la vita non possa essere piacevole o che dobbiamo sempre essere seri. Lungi da tutto ciò dato che anch’io sono un edonista. Ma qualunque cosa stiamo facendo, lavorando duro, rilassandoci o ricercando e desiderando noi, essendo umani, dobbiamo essere aperti alla vastità che stamo attraversando e di cui siamo parte. Non possiamo nasconderci da ciò che è in bella vista alla mente umana.
La nostra ricerca di significato e di pienezza non sarà mai soddisfatta. Per tutte le nostre domande non esiste una risposta definitiva. Non possiamo mai vedere la luce, ma vediamo tutto attraverso la luce. Il Salmo 36 contraddice questo: “Nella tua luce vediamo la luce”, dice; e meravigliosamente ed esasperantemente sono entrambe vere. L’orizzonte è un confine che non potremo mai raggiungere perché andiamo sempre più lontano di quanto riteniamo possibile. La felicità è per sempre sfuggente e per sempre inevitabile. Il bisogno di controllo dell’ego sarà per sempre frustrato.
Cosa significa questo? Che Dio è con noi nella nostra umanità fondamentale, entro i nostri umilianti limiti. In un mondo in rovina, quando le cose vanno a rotoli nella nostra vita, c’è un motivo inevitabile per essere ottimisti.