Domenica delle Palme – 25 marzo 2024
Nei prossimi giorni siamo invitati a incontrare la forza di un’antica tradizione che rende sacro un particolare periodo di tempo: lo chiamiamo “settimana santa”. Culmina negli ultimi tre giorni nella trascendenza del tempo, nell’irrompere dell’eterno presente nella dimensione umana del tempo e dello spazio.
Se riusciamo a sentirlo come un invito, potremmo sperimentare l’ospitalità nel suo significato più pieno. Oggi il “settore dell’ospitalità” significa pub, ristoranti e alberghi e costituisce una parte importante dell’economia nel settore dei servizi. Spiritualmente e nelle società tradizionali, tuttavia, l’ospitalità è l’esperienza di una relazione misteriosa in cui i ruoli si invertono e gli opposti si intrecciano.
Oggi, Domenica delle Palme, si ricorda l’accoglienza trionfale di Gesù a Gerusalemme. La folla di pellegrini venuti per la festa religiosa si è scatenata e sembrava che stesse avanzando nel modo in cui una celebrità o un politico desidera. La gente voleva vedere l’uomo che si diceva avesse resuscitato i morti. Ironicamente, Gesù arrivò non su un bellissimo cavallo bianco ma su un asino. In pochi giorni la folla si rivoltò contro di lui e ne chiedeva a gran voce la morte come bestemmiatore. L’ospitalità di Gerusalemme si rivelò superficiale e falsa.
La radice della parola ospitalità è il latino hospes che curiosamente contiene tre significati: ospite, ospitato e straniero. Straniero allude anche al termine “nemico” e collega hospes anche alla parola “ostile”. Gli stranieri sono visitatori provenienti da un paese straniero e dall’ignoto. Forse sono potenziali amici. Ma non fidarti di loro anche se arrivano con regali. La prudenza dice di trattarli come amici, anzi come visitatori divini. In alcune culture, l’ospite accogliente diventa responsabile della sicurezza e del benessere dello straniero, sia che abbia bisogno di un albergo o di un ospedale. In India il principio Atithi Devo Bhava, l’ospite è Dio, va sempre rispettato. Nelle comunità cristiane l’ospite deve essere accolto come se fosse Cristo stesso e in alcuni Paesi questo vale anche per gli immigrati. Il Corano dice che anche i prigionieri di guerra dovrebbero essere trattati come ospiti
Gli estranei rappresentano possibili pericoli; e forse la consuetudine sociale dell’ospitalità esagerata è un modo per proteggere l’ospite da essi. Ma più profonda di questa paura è la visione di Dio presente in ognuno. Questa intuizione nasce dall’esperienza semplice e universale della parentela umana. Alcune teorie dicono che nell’ospitalità si cela un’ostilità nascosta perché ci allontana dallo straniero. Ma al di là della teoria, nella pratica dell’accoglienza gentile e cortese si possono risolvere le proiezioni di divinità o di pericolo sull’ospite. Il Cristo in me accoglie il Cristo in te. La relazione umana si sposta ad un livello più alto, quasi il più alto livello di non dualismo. In questa atmosfera la paura, la divisione, il conflitto non possono sopravvivere. C’è pace e unità.
Se consideriamo la Settimana Santa come un invito, allora, potremmo presto ritrovare questa pace anche attraverso gli intensi cambiamenti di umore e la conclusione tragico-trascendente dei giorni successivi. Faremo un passaggio da una visione della vita vista attraverso il prisma della paura a una visione di fede e fiducia. Ho visto la luna quasi piena proprio ora, mentre uscivo dopo la meditazione. È allo stesso tempo ospite, ospitante e un’estranea familiare.
Sia le feste pasquali che quelle della Pasqua ebraica sono controllate e riconciliate da lei. Ha il viso pieno, innocente e adorabile e puoi crogiolarti nella sua fresca luce curativa senza alcuna paura.