Sabato della quinta settimana di Quaresima 23 marzo 2024
Prima di diventare monaco ho avuto varie mini-carriere, tra cui un paio d’anni in una banca d’affari a Londra. La paga era buona e all’inizio il lavoro era piuttosto interessante. Ero andato lì per prendermi una pausa dal mondo accademico e imparare cosa faceva davvero girare il mondo: l’amore o il denaro. Non avevo alcun desiderio di salire sulla scala aziendale, ma mi piacevano i miei colleghi e trovavo le personalità e le interazioni piuttosto istruttive riguardo all’altra mia grande domanda: qual è il significato della vita e cosa ti succede nel tempo?
Forse è stata questa domanda che mi ha portato a decidere di fare un ritiro – il mio primo – in un monastero. Non avevo idea di cosa significasse, forse la preghiera, il silenzio, la solitudine, il cibo semplice. Non è andata proprio come mi aspettavo. Quando sono arrivato, ho deciso di digiunare perché pensavo che potesse prepararmi per esperienze spirituali più elevate. Ciò che ho ricevuto è stata una prima notte di incubi intensi che è stata qualcosa di nuovo per me e mi ha lasciato molto scosso. Uno dopo l’altro e ogni volta mi svegliavo in una paura fredda e informe. Nessuno nel monastero si era interessato a me, ma chiesi di parlare con qualcuno e un monaco dall’aspetto vecchio e gentile venne a trovarmi. Ho descritto la mia esperienza notturna e lui sembrava incerto su cosa dire; ma quando gli ho detto che stavo digiunando si è illuminato come se avesse trovato la risposta. “È stato il diavolo”, disse con sicurezza. Ho aspettato maggiori informazioni e lui ha detto: “vedi, il diavolo ha visto che stavi digiunando e ha deciso di attaccarti perché eri debole”. Ti auguro buon pranzo e starai bene.”
La seconda e ultima notte sono andato in camera mia dopo compieta e ho letto prima di andare a letto. All’improvviso qualcuno bussò rapidamente alla mia porta. Ho aperto e ho trovato uno degli altri vecchi monaci che sembrava molto ansioso e mi faceva cenno di seguirlo nel corridoio. Gli ho chiesto quale fosse il problema e mentre si trascinava davanti a me tutto quello che ho sentito è stato “messa, messa. Non c’è nessuno che serva la messa. Presto!”Prima che arrivassimo alla cappella apparve l’abate, si scusò e mi salvò dai deliri della demenza monastica.
Le cose raramente, se non mai, vanno come ci aspettiamo. I giochi casuali che i molteplici universi giocano su di noi sono infiniti. Passò molto tempo prima che entrassi in un altro monastero per imparare dall’insegnamento e dall’esempio personale della persona più saggia e sana che conobbi in seguito. La saggezza, la bontà, la sanità mentale personale e le persone da cui impariamo fanno la differenza nella nostra vita. Ma anche in questo caso le cose non vanno mai come ti aspetti.