Terza Domenica di Avvento – Giovanni 1:6-8,19-28
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta? ». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Giovanni il Battista sapeva di non essere la luce che il mondo sperava. Ma sapeva di essere stato incaricato di testimoniare quella luce e di indicare la vera luce quando sarebbe apparsa.
Viviamo oggi in un’era di falsi profeti di breve durata, soprattutto nel nostro mondo politico anarchico e amorale. I messaggi delle loro campagne politiche possono arrivare al surreale, all’assurdo per una persona ragionevole, poiché trascinano teorie cospirative marginali nel dibattito pubblico per adulare e ingannare gli estremisti. I poteri dell’illusione, se non vengono smascherati da profeti autentici, prosciugano lo spirito. Dov’è la luce della verità, la verità che ci rende liberi, la luce del mondo?
In molte fedi e culture in questo periodo dell’anno si celebrano le feste della luce. Per gli ebrei la festa di Hannukah, con accensione di candele, con cibi speciali, canti, giochi e regali per i bambini. La festa indù Diwali, che celebra la vittoria della luce sull’oscurità, della verità sull’ignoranza, del bene sul male. Variazioni di queste feste della gioia si trovano nelle tradizioni indiane Jain e Sikh. In Thailandia e nel Sud-Est asiatico la festa di Loi Krathong vede cesti di luci accese fatti scorrere sui fiumi per ringraziare gli dei dell’acqua.
Il Natale viene festeggiato il 25 dicembre perché ha preso il posto della festa del dio romano Sol Invictus, che, proprio in questo periodo dell’anno, è legata al solstizio d’inverno, nel quale troviamo il giorno più corto e la notte più lunga. Il grande ciclo del sole che raggiunge il suo nadir ma proprio quando tocca il punto più basso, rinasce. Inizia un nuovo ciclo e da questo punto ogni giorno diviene è più lungo del precedente, dapprima impercettibilmente ma presto molto evidente.
Il New Grange è un monumentale tumulo funerario di 5.000 anni nella Contea di Meath, in Irlanda. All’alba del 21 dicembre, il primo raggio del sole appena nato entra precisamente e silenziosamente, nella stretta apertura sopra l’ingresso, penetra nel cumulo di solida roccia e riempie la camera interna di luce dorata per diciassette minuti. La luce vince le tenebre. È irresistibile e allo stesso tempo delicato. Man mano che diventa più forte con, aumenta la sua intensità e la potenza della sua bellezza. Comunica con purezza e da solo il significato della verità.
Spero che possiate avere del tempo per guardare questo breve e silenzioso video del fenomeno. Cattura un momento sacro, la rivelazione di Dio nella natura. E potrebbe dare un’idea di come la luce di Cristo, la luce della verità, entra effettivamente e cambia il nostro mondo.