Venerdì della terza settimana di Quaresima – 8 marzo 2024
Recentemente un amico mi ha offerto un “trattamento energetico”. Non capivo la teoria ma mi fidavo e la pratica è stata efficace. L’atmosfera era calma, mi sono sdraiato e mi sono coperto con una coperta calda. Nel corso dell’ora mi sono sentito sempre più rilassato e sereno. Il mio respiro si è fatto più lento e con esso anche la mente ha rallentato. Ero curioso
e molto distratto dal processo e quindi, nonostante fosse rilassante, non era particolarmente favorevole alla meditazione. La persona che lavorava su di me mi ha detto che mi ero addormentato; in realtà non l’avevo fatto, anche se il mio respiro avrebbe potuto dare quell’impressione ed ero certamente sull’orlo delizioso di un sonno sereno. In ogni caso, mi sono sentito meglio, bene, rilassato, riposato e grato per il dono e l’abilità che avevo ricevuto.
Ho capito perché gran parte della promozione di quella che a volte viene genericamente chiamata meditazione e di varie tecniche di lavoro sul corpo viene presentata come un’offerta
di rilassamento. Il relax è buono. In un mondo in cui l’avidità e la velocità sono anche chiamate “buone”, il relax, comunque lo si possa trovare, è meglio.
Ieri sera ho partecipato a un’Eucaristia contemplativa nella straordinaria parrocchia dublinese dell’Ascensione a Balally. La celebrazione era guidata da padre Jim Caffrey che è un meditatore, molto rispettato e amato per la sua visione di una nuova chiesa in Irlanda. I parrocchiani rispondono positivamente a ciò che lui condivide; ogni mattina e sera nella bellissima Cappella delle Icone si prega, seguendo il Libro di Preghiere di Bonnevaux, che integra una meditazione completa. I bambini della scuola accanto meditano e vederli entrare
in chiesa per la loro meditazione settimanale con padre Jim, con tanta calma e consapevolezza, è sorprendentemente commovente e bello. L’Eucaristia contemplativa, nell’aula parrocchiale poco illuminata con tutti seduti in cerchio, è calma e consapevole, con una lettura del Vangelo in stile lectio in cui la maggior parte dei partecipanti offre una propria parola. Alla comunione segue la meditazione. Sono stato fortemente toccato dalla profondità del silenzio e dell’immobilità durante la meditazione, così come dalla gioia e dal calore personale delle persone mentre se ne andavano. Gli addii irlandesi sono notoriamente prolungati, ma questo è avvenuto perché avevano così tanto da esprimere e l’addio faceva parte della celebrazione. Ognuno portava via dentro di sé qualcosa di prezioso e di reale.
Sto pensando ora a queste diverse forme di rilassamento: il lavoro energetico e un’Eucaristia celebrata dolcemente con una comunità di fede aperta e accogliente. Sotto la coperta calda della precedente esperienza ero passivo e mi sentivo bene. Ieri sera stavo partecipando e la calma che condividevamo era collettiva oltre che personale: ciò che la chiesa primitiva chiamava koinonia. Oggi, nel nostro mondo sospettoso, potrebbe essere definito uno “spazio sicuro”. È un’amicizia di alto livello. Rilassante lo era certamente, ma la sola idea di calmarsi
e rilassarsi non gli rende giustizia. Se l’obiettivo è semplicemente il relax, ti addormenterai (e potresti averne bisogno). Ma quando il rilassamento è la preparazione o l’effetto collaterale della koinonia, avviene il risveglio.
Un’Eucaristia contemplativa e la meditazione stessa potrebbero essere viste come un’altra forma di lavoro energetico: l’energia della pace interpersonale.
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. (Gv 14,27)”
padre Laurence Freeman, OSB