Martedì della seconda settimana di Quaresima – 27 febbraio 2024
Decollare
Sbattere su solchi ghiacciati
Fino al duro terreno marrone
Diventa una canzone, una trenodia
Del dolore di nessuno tranne il mio
Un sollievo elevarsi oltre le cime
Di cespugli senza germogli e di alberi spogli
Le cui dita sottili e ossute provano
Toccare qualsiasi cosa
A differenza di un bambino che lo sa
Meglio che chiedere, chiedo
Perché questo funerale della terra
Dov’è finito il verde della vita?
Poi, nell’Himalaya di nuvole
Non sapere nulla
Del mondo scaduto,
Appare il blu zaffiro della mente
Keats, morì giovane e, come fanno le persone anziane, ha dovuto affrontare la disperazione per quello che non è riuscito a realizzare e per la giovinezza perduta. (La sua poesia è diventata molto popolare durante il Covid.)
Aveva lottato a lungo con la contraddizione della morte come qualcosa da evitare a tutti i costi e tuttavia desiderata come fonte di pace a cui aspira la psiche umana. Questa tensione è al centro di ogni approccio veramente religioso alla vita, che significa vedere la vita come una meraviglia sacra. La difficile morte del fratello, che John ha curato, lo ha cambiato in modo permanente. Il suo percorso attraverso il paradosso divenne quello che lui chiamava “morire nella vita”. Significa trovare la pace della sofferenza accettata.
Penso che la nostra meditazione quotidiana sia un modo di morire alla vita, non usando il tempo prezioso per analizzare i nostri problemi per la milionesima volta o sguazzando nel risentimento e nell’autocommiserazione o per costruire una realtà alternativa che chiamiamo erroneamente distacco o pensando di essere illuminato. Ma si tratta di trovare il punto piccolo, troppo piccolo perché l’ego possa entrare, dove l’accettazione viene segretamente compiuta. Come ciò avvenga difficilmente si può osservare o ricordare, ma è innegabile: sappiamo di essere morti a qualcosa e viviamo con una pace che il mondo da solo non può dare.
Anche Keats era innamorato del mistero della bellezza. Senza l’esperienza della bellezza, uno dei tre attributi di Dio, insieme alla verità e alla bontà, non potremmo trovare questo piccolo punto in cui lasciamo andare tutto e diventiamo riccamente poveri. La bellezza, anche le sue brevi apparizioni, sono travolgenti.