Sabato Santo
“Allora Gesù disse loro: “Non temete””
Matteo 20,1-10
San Benedetto pensava che: «la vita dovrebbe essere una Quaresima continua». Ora che stiamo arrivando alla fine di essa, potremmo pensare di aver sentito parlare abbastanza della Quaresima oppure potremmo essere solo al punto di iniziare a capire di che cosa si tratta. In ogni caso è uno dei fili dell’ordito che deve essere intrecciato nel tessuto spirituale della vita. Ci ricorda i valori chiave come la disciplina, la moderazione e la vigilanza; e, come un periodo di transizione fissato temporalmente, come un ponte tra le stagioni, è una parte che ci ricorda che tutto è in continua evoluzione.
Ieri a Bonnevaux abbiamo venerato la Croce. Eravamo all’aperto, riempiti dal caldo sole, un gruppo multinazionale e intergenerazionale a cui si sono uniti poco prima di iniziare tre pellegrini dalla Colombia. Eravamo differenti, così come lo erano le folle che si riversavano a Gerusalemme per la Festa quando ebbe luogo una certa, insignificante crocifissione.
C’è sempre uno spazio enorme dopo la venerazione del Venerdì Santo. Esso si spalanca ancor più ampiamente oggi mentre Gesù «scende agli inferi», tuffandosi nelle profondità più oscure e represse e liberando quelle parti di noi ancora trattenute dalle catene della paura e della violenza. Il suo arrivo scuote tutto ciò che impedisce o distorce l’umano dal fiorire nella nostra somiglianza con Dio. Quando riaffiora in superficie, appare a chi lo riconosce. La sua prima e ripetuta parola è ‘non temere’. Quando in futuro potremo svegliarci in alcuni di quei luoghi oscuri, forse affrontando la nostra mortalità o portando alla luce una perdita sepolta, sentiremo che Lui vi ha già fatto visita, e con quella consapevolezza la nostra paura si ritirerà.
Manteniamo ancora grande silenzio nel nostro ritiro qui a Bonnevaux dopo la Venerazione e fino a domani fino alla Veglia. La spaziosità creata dalla rappresentazione sacra è palpabile. Sì, è un vuoto ma non è un nulla. Di cosa è pieno il vuoto in natura, se non di potenziale? Le uova potrebbero essere state associate in modo speciale alla Pasqua perché simboli di nuova vita, fertilità e rigenerazione in primavera. Anche la loro forma era vista come simbolo dell’infinito e in alcuni miti della creazione il cosmo nasceva come un uovo che si rompeva. Come un pulcino esce dal guscio, così Gesù esce dal sepolcro. La caccia alle uova di Pasqua è divertente e simboleggia la nostra ricerca dell’origine della vita. Alcuni giochi per computer nascondono un “easter egg” nel loro codice, in attesa di essere scoperto da qualcuno che lo sta veramente cercando.
Che cos’è il Sabato Santo, allora? Il giorno dopo? Una terra desolata? Un campo di battaglia dopo i combattimenti? O è di più? Un vuoto scoppiettante di potente energia, la speranza che cresce debolmente nata dal disastro della Croce, l’istinto dei discepoli dispersi di ritrovarsi, la sensazione di qualcosa che sta per aprirsi, qualcosa di perduto che sta per essere ritrovato. È una cosa sola o un risveglio di innumerevoli dimensioni e piani di realtà? L’individuo che è morto ritorna come una persona cosmica, il Purusha, il Cristo Cosmico, dissolvendo la paura, pulendo le porte della percezione. In modo che possiamo vedere tutto così com’è, infinito.