Qualcosa si libera
Talvolta, quando siamo costretti a fare qualcosa e ci sentiamo imprigionati da una forza esterna fredda e impersonale, possiamo ardere dalla rabbia ed entrare in depressione. Talvolta, solo talvolta tuttavia, se siamo fortunati, l’esperienza della costrizione ci libera verso nuove e sorprendenti visioni della realtà. Incontriamo qualcosa di inaspettato, una grazia nascosta, che altrimenti non sarebbe stata in grado di trovarci.
Come nella meditazione, ci sono volte in cui ci sediamo in un deserto arido, perennemente confusi da ansia e smarrimento. Una vuota desolazione si estende a perdita d’occhio in ogni direzione. Sarebbe meglio – pensiamo – fare qualcosa di utile o di gratificante. La solitudine non è lo spazio aperto in cui ci sentiamo connessi a qualcosa di più grande ma è sentirsi soli, costretti, abbandonati, con la sensazione di essere dimenticati. Lo spettro dell’afflizione tormenta la nostra anima.
Allora da un punto interiore, senza luogo, un invisibile raggio di luce tocca la nostra anima stremata e la riporta alla vita e alla speranza. Ciò non significa che tutti i nostri desideri vengono realizzati, in realtà potrebbe non esserlo nessuno, e il dolore e la perdita potrebbero ancora essere le sole cose troppo presenti. Ma emerge una gioia che apre la strada verso la fonte dell’essere, il nostro essere.