Carissimi amici,
le uniche parole che vale veramente la pena pronunciare sono quelle chiare. Perciò fatemi cominciare raccontandovi di una bella sorpresa ricevuta stamattina in un messaggio vocale da parte di un giovane amico che vive in una grande città in Asia. Come tutti i regali è donato per esser condiviso.
Stava andando di corsa al lavoro nel trambusto dall’anonima marea di colleghi. Ai suoi piedi sul selciato si accorge della presenza di una meravigliosa farfalla in pericolo. Continua a marciare nella folla ma dopo due isolati pensa ancora alla farfalla. Era diventata più di una fuggevole immagine. Era diventata una presenza reale che lo aveva portato ad un nuovo livello di auto consapevolezza.
Nella sua mente reale, come l’ha chiamata lui, aveva visto la farfalla ed aveva sentito come un moto di tenerezza e compassione più grande dell’energia inarrestabile che fa girare il mondo distruggendo qualsiasi cosa gli si opponga. Era un’ondata di un oceano interiore di compassione. I vangeli ci mostrano Gesù che nei suoi numerosi viaggi esprime apertamente una compassione di questo genere verso le persone i sofferenti per una malattia o un rifiuto. La compassione può fluire in modo irresistibile come era successo a lui o si può bloccare. Se bloccata, diventa allora mera pietà o empatia di breve durata. Ma, una volta libera, la compassione diventerà azione.
Comunque il suo risveglio interiore era stato così vigoroso che è dovuto tornare indietro. La farfalla era ancora lì. Creando inconsapevolmente una zona di realtà nella corrente di distrazione tutt’intorno, si è chinato, l’ha tirata su e l’ha messa in salvo da qualche parte lontana dal calpestio della gente verso la salvezza o la morte, non lo sapeva.
Ciò che trovo difficile descrivere è la carica di gioia e liberazione nella sua voce. Non era l’ego che gli sussurrava: “sentiti bene con te stesso”. Senza sforzo e senza auto consapevolezza aveva sfondato i vecchi legami dell’ignoranza che ci fanno essere passivi e contenti di accettare tutto ciò che sembra inevitabile, come prigionieri di noi stessi. Proprio in quell’attimo era diventato puro e libero. Ha fatto ciò che era semplice. Aveva superato la sensazione di non poter far nulla ed è entrato in contatto con un altro.
Certamente l’illusione di esser incapaci di far qualcosa è esacerbata e avvalorata dal mondo onnipresente e irreale dell’industria dello spettacolo che ha il solo intento di farci essere distratti 24 ore su 24 fuori dalla realtà. Ciò che il mio giovane amico ha capito di se stesso è vero anche a proposito della forza globale e illusoria che crea dipendenza e logora sempre più i giorni nostri. Sta praticamente distruggendo la nostra capacità di vedere quello che lui ha percepito in quell’istante, la differenza fra illusione e realtà.
Aveva anche anche fatto esperienza della verità del fatto che proviamo compassione per la sofferenza di tutti gli altri. Se è autentica, e lo è solo la compassione di Dio, bisogna sentirla allo stesso modo per tutte le creature, per l’amico e per il nemico. La compassione ci porta fuori e al di sopra di noi stessi . In questo modo il mio amico ha fatto esperienza di come la vera compassione oltrepassa anche il più forte sistema di sicurezza che possiamo aver creato per tenere la realtà ad una certa distanza da noi. Come vediamo – in modo assurdo e tragico – nella pantomima della politica americana la realtà stessa può diventare il nemico. Può esser sopraffatta da un bombardamento di falsità, ma purtroppo non verrà mai sconfitta. In un mondo cosiffatto la verità deve esser messa a tacere e chi la proclama fatto fuori. Ma in un istante di vera intuizione tutto il mondo violento dell’illusione può collassare e noi possiamo ritrovarci in mano una farfalla ferita.
Ci sono comunque tipi di compassione ingannevoli e incompleti. E’ naturale provare una compassione attiva per chi fa parte del nostro partito o della nostra tribù. La politica americana è paralizzata da un tale auto restringimento di visione che ci rende addirittura incapaci di dare ascolto all’altra parte. La stessa verità è evidente nella tragica vendetta dei giorni nostri. Di ora in ora l’abominio morale del conflitto Israelo-Palestinese ci mostra, sì da entrambe le parti, per quanto siano difficilmente paragonabili, come la compassione possa volutamente venir bloccata nei confronti della sofferenza dell’altra parte. Quando la si blocca per salvaguardare la nostra scissa visione della realtà, è solo motivata dall’accrescere le sofferenze del nemico e la nostra intenzione di distruggerlo. Ma la vera compassione umana rivela la divinità in tutti noi.
‘Gentile verso gli ingrati e i malvagi, fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, così Gesù rivela la natura di Dio. E voi dovete essere come il vostro Padre nei cieli.’ Compassione per i nostri nemici? Deve esser proprio irrealizzabile? E’ idealisticamente ingenuo come rigirarsi contro la marea del senso comune, riconoscere la bellezza trascendente e tenera di una farfalla ferita. Più abbiamo o desideriamo potere e importanza, più saremo plagiati da forze ingannevoli, più ogni altra alternativa ci sembrerà irreale. Anche se pensiamo che sia irrealistico, diremo che non è vero? Se sembra così irreale probabilmente è perché siamo noi ad esser diventati irreali e disconnessi dal nostro vero sé e non siamo più capaci di compassione. L’istante di intuizione del mio amico gli ha dimostrato che quando non pensiamo troppo riusciamo ad essere saggi. Mentre andava al lavoro quella mattina, non stava abbeverandosi ad una delle sorgenti dimenticate della sapienza delle quali di recente ho parlato parecchio e alle quali l’umanità deve riconnettersi: come le sacre scritture o come un rapporto non digitale il più ovvio di tutti, la bellezza del mondo naturale. Magari il suo abbeverarsi a queste fonti di saggezza e i suoi anni di meditazione (di tanto in tanto, come diceva lui) hanno contribuito a prepararlo per questo momento di purezza. All’improvviso aveva trovato la sorgente più chiara di sapienza, quella dentro di lui.
Girarsi a sinistra e poi a destra, vedere il vasto emisfero che ci circonda dal nostro immaginario punto di vista al centro. Alle nostre spalle c’è un altro invisibile e corrispondente emisfero, un orizzonte che lo circonda. Dove così di netto il blu chiaro del cielo tocca il blu più profondo del mare che contiene tutte le onde e i battaglioni di cavalli bianchi. Anche questo è ovvio: la terra deve essere tonda. A meno che non crediate che sia piatta. Ma credere ciò che è falso non lo rende vero.
Fra le convinzioni e le azioni della vita alcune sono giuste ed altre sbagliate, spesso una mescolanza di entrambe. Ma la verità esiste e la verità è la prova di cosa è bene e giusto. Non possiamo negarlo. Molti non credono alla verità o alla bontà come assolute perché la visione predominante del mondo è modellata sul materialismo che pretende di essere giudice della verità. Nella conseguente spaccatura fra realtà ed illusione ci sembra di poter misurare e controllare tutto – l’intera popolazione sotto sorveglianza, quello che i consumatori acquistano o ciò che il nemico distrugge. Questo auto frazionamento ci ha resi pericolosamente insensati e stolti pericolosi, come arroganti guidatori ubriachi che sono convinti di poter tornare a casa in macchina. Come quelli descritti dall’antico salmista: “Il matto pensa in cuor suo che non c’è Dio sopra di lui”. Anche questa follia genera idoli da adorare quali successo, potere o celebrità. C’è una spiritualità falsa e una vera. La scoperta che la meditazione causa un ispessimento corticale del cervello o migliora le connessioni fra cellule cerebrali può sembrare la sua conferma più profonda. ‘La scienza lo prova’. Per alcuni prova che la consapevolezza è semplicemente una funzione del cervello. Così la migliore ed in realtà unica ragione fondamentale per rivolgersi alla meditazione è che essa è un buon sistema per rendermi più felice, più in salute e più ricco.
Se fossero concetti teologici sarebbero penosamente inadeguati. Rifiutano la primaria saggezza umana che deriva dall’esperienza della nostra interezza, che la consapevolezza è il fondamento dell’esistenza. Quella meditazione ci guida a trasformare la consapevolezza quando la smettiamo di pensare di essere il centro del mondo. La meditazione è commercializzata oggi nel nostro mondo di compra-vendita in quanto modo di aumentare salute e benessere. In un mondo più saggio, nel XIV secolo, la Nube della non Conoscenza proponeva una diversa prospettiva suggerendoci di preoccuparci alla nostra salute così da poter meditare. Come posso testimoniare nei mesi scorsi, è molto più difficile meditare quando il corpo non è in buone condizioni di salute. Sono grato alla scienza medica, alle cure esperte e professionali, alla famiglia e agli amici, agli esercizi yoga per avermi fatto tornare a meditare regolarmente, al tiepido sole, alla mia ogni tanto vacillante fiducia nel progetto divino.
Siamo vasi di creta, mutevoli, emotivi, spesso dubbiosi. Ma “Dio ha fatto risplendere la Sua luce nei nostri cuori e abbiamo questo tesoro in vasi di creta affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio e non viene da noi”. (2 Cor: 4, 6-7)
Guardate l’oceano. Vedete come siamo contenuti in un grande cerchio. Questa è una delle prospettive. Le prospettive cambiano ogniqualvolta le cose cambiano in meglio o in peggio. Possiamo respingere il male e aggrapparci a ciò che è piacevole. Ma la vita è incostante: come il mare. Ha sempre un’altra sorpresa per noi. Immaginate di salire su in verticale a partire dal mare aperto e, come un astronauta, guardare dall’alto il pianeta e vederlo come un bel globo blu-verde e bianco. Ancora più in alto e da un’altra prospettiva, lo vedremmo percorrere la sua orbita intorno al sole in una delle innumerevoli galassie. Nuovi telescopi spaziali ci offrono immagini che scrutano ancora più in profondità nello spazio-tempo dell’universo ed estendono le nostre prospettive a nuovi confini. Il vero scienziato che pratica la scienza in modo contemplativo è emozionato e umile ad ogni passo avanti perché più vediamo e più conosciamo e meno capiamo.
Le prospettive possono essere in conflitto e spesso le idee mescolano il senso di bene e male tanto che facciamo fatica a trovare in coscienza il reale. Il giusto è raramente giusto come pensavamo in principio. Ma il discernimento è la via verso la verità e processo spirituale. Vera spiritualità significa avere la capacità di veder mutare continuamente le nostre prospettive anche se ciò significa lasciare andare i nostri precedenti, rassicuranti modi di comprendere il mondo. Abbandonare una vecchia prospettiva per una nuova abbraccia la via della non conoscenza come via diretta verso la saggezza. Vuol dire lasciarsi dietro se stessi; morire per il nostro amico più caro, la verità.
I grandi maestri di saggezza non danno risposte o spiegazioni. Sono maestri di prospettive. Sapendo che non si possono insegnare prospettive, sperano solo che noi possiamo capire da noi stessi. Possono trasmettere tutto eccetto la nostra stessa esperienza che deve emergere dalle intime, invisibili profondità della nostra unicità, del nostro essere a somiglianza di Dio. Tutte le loro parabole e tutti i loro insegnamenti vogliono guidarci sulla via di trasformazione della consapevolezza necessaria affinché possa maturare il momento dell’intuizione. Le loro parole sono state travisate e rese vane dai loro detrattori e addirittura dai loro seguaci. Nella questione della Parola fatta carne c’è comunque qualcosa di più e così ovvio che dobbiamo sempre tornarci su. E’ la completezza dell’intera persona umana: vita, morte e oltre l’orizzonte della morte, tutto nell’abbraccio del Mistero di Dio.
Uno dei mantra più famosi del buddismo, dalla Sutra del Cuore, comincia con le parole Gate, gate, paragate. Si traduce ‘andato, andato, fin oltre l’altra sponda dell’illuminazione’.
Nelle sue molte voci la saggezza ci chiama ad andare, andare. Non a metà ma lungo tutta la via. E’ assoluta. Ascoltare e sentire un’intima risposta dà inizio al nostro viaggio e una svolta alla nostra vita. Può essere dopo due isolati o con dieci anni di ritardo, riconnette in noi il reale e l’illusorio.
Si tratta di un viaggio fatto di molti passi. Come nel viaggio stesso della meditazione non ci preoccupiamo di fuggevoli stati mentali ma piuttosto delle fasi più importanti che attraversiamo. Spesso abbiamo una prima intuizione quando ha inizio una nuova fase ma solo il tempo rivela la sua veridicità. Ad ogni passaggio ci accompagnerà un senso di meraviglia cioè una sospensione della nostra capacità di mettere a confronto. E’ quello che è. Influenzati da questo stato di meraviglia le prospettive cambiano e ci offrono un’opportunità di cambiamento e nuova crescita. E’ per questo momento che dobbiamo pregare e lavorare oggi per l’umanità.
San Paolo la chiama una via di cura che comincia nella fede e nella fede finisce. La fede è l’impegno a mettersi continuamente in viaggio e ad andare sempre oltre. Se volete provare a sentire cosa vuol dire, basta solo ripetere il mantra con fede a livelli sempre più profondi, ‘per tutto il viaggio sino all’altra sponda’.
La WCCM, compreso Bonnevaux il nostro centro spirituale, è a questo punto. Stiamo usando quest’anno per accogliere il processo di cambiamento e di scoperta di nuove prospettive. Ho sentito che stava iniziando l’anno scorso poco prima che sorgessero i miei problemi di salute. All’inizio ho avuto momenti di paura ed un senso di impotenza – segnali positivi dello Spirito che stava prendendo il controllo (come potremo dire più in là!)
John Main prima di morire mi ha detto che tutto ciò che era necessario ci sarebbe stato dato quando serviva. Gli ultimi pochi mesi hanno di nuovo confermato questa idea. Ho sentito l’esperto, premuroso, incrollabile supporto ed impegno della nostra leadership, il Consiglio direttivo, gli amministratori, i nostri Direttori, le Comunità Nazionali, il Gruppo di lavoro internazionale, in modo particolare e più da vicino il nucleo della comunità di Bonnevaux. Quando abbiamo condiviso questo senso di nuove prospettive con meditatori e comunità nazionali anche loro hanno capito che stiamo entrando in una nuova fase. La sensazione di unità e solidarietà è forte. Dovunque avessi timore di trovare paura o negatività ho trovato un’energia meravigliosa e pacifica di benevolenza e speranza.
Negli ultimi anni a Bonnevaux abbiamo avuto un rapido ed intenso sviluppo, sostenuto soprattutto dalla generosa energia del cuore della comunità. Ci prenderemo una pausa fino alla prossima estate per riflettere sulla vita della comunità che risiede qui e che molti chiamano ‘l’anima di Bonnevaux’. Con questo sostegno potremo condividere la grazia di Bonnevaux con tutte le persone che accoglieremo ‘come fossero Cristo stesso’. Perciò di conseguenza abbiamo ridotto il numero degli eventi ma alcuni, come il ritiro della Settimana Santa ed il ritiro per giovani adulti, continueranno. Il programma, confidiamo, potrà riprendere alla fine di agosto, insieme alla costruzione del Chiostro contemplativo all’inizio del 2025. Questa responsabilità sarà sostanzialmente configurata dalla nuova fase di discernimento in cui siamo appena entrati.
Bonnevaux è parte della WCCM. Come tutte le organizzazioni dei nostri giorni ci troviamo di fronte a sfide che richiedono nuove prospettive. A marzo daremo il benvenuto a Bonnevaux ad un nuovo direttore associato della WCCM che opererà al mio fianco e con le comunità di Bonnevaux e con quelle globali. Ci impegneremo anche in una revisione di tutta l’organizzazione della WCCM con l’aiuto di un professionista esperto, un meditante che ci ha offerto le sue competenze per questo compito stimolante che sentivamo da tanto tempo necessario. Un’altra meditante esperta di raccolta fondi si è offerta di seguirci nel cammino verso la sostenibilità. Siamo davvero grati di vedere, come Padre John ci aveva assicurato, che quello di cui abbiamo bisogno ci sarà dato. Cambiare prospettive è sempre una sfida, in punto di morte la vita si espande di nuovo. In comunità possiamo passare attraverso tutto ciò, rassicurati dal fatto che, al livello più profondo di realtà, quello che è personale, condiviso e universale tutto è in armonia. A condizione che riconosciamo i nostri momenti della farfalla ferita e agiamo su questa base, le energie di saggezza e compassione ci porteranno verso nuove prospettive più ricche di esperienza del grande mistero.
Con grande affetto
Laurence Freeman OSB
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