Carissimi amici,
L’ “insegnamento fondamentale” della meditazione cristiana, come il Vangelo stesso, è semplice e sempre nuovo. Ecco perché può – e deve – esser espresso in forme nuove ad ogni generazione. Dobbiamo usare il linguaggio attuale di ogni giorno affinché le parole dei testi sacri non diventino superate o come una vecchia storia già nota. E dobbiamo anche affrontare le necessità e le sfide dei giorni nostri. Questa lettera riporta la prima delle quattro conferenze online che cercano di fare proprio questo. Non sostituiscono le precedenti presentazioni, ma spero possano aggiornare e ravvivare il modo in cui tutti possiamo condividere questo grande dono.
La reazione a questa serie è stata veramente rincuorante – più di tremila persone in diversi fusi orari hanno seguito ogni sessione. La serie era tradotta in simultanea in cinque lingue e ogni settimana aumentava il numero degli ascoltatori. Tutto ciò a testimonianza della dedizione e della competenza dei nostri team di lavoro nella comunità e, allo stesso tempo, dell’attuale “fame di preghiera” già identificata da John Main cui la nostra tradizione contemplativa può rispondere in modo efficace. A questa farà seguito una serie di sei sessioni dal titolo “Sentire il cammino” a partire dal mese di agosto. Offrirà un supporto più profondo e una possibilità di maggior comprensione lungo il viaggio che molti nuovi meditanti hanno iniziato seguendo questa prima serie introduttiva.
PRIMA CONFERENZA
Quando cominciamo a meditare tutti cominciamo da dove siamo. Dopo quarantacinque anni di meditazione, posso ben dire di essere ancora un apprendista. Ogni meditante ritorna sempre al suo inizio. In primo luogo perché iniziare ? Anche se avete solo una superficiale sensazione di curiosità per la meditazione, è comunque un segnale da prendere sul serio. Provate, fate un primo passo. Non avete niente da perdere eccetto le vostre limitazioni e il timore delle limitazioni stesse. Potrebbe essere proprio una pietra miliare nel viaggio della vostra vita. Semplicemente provare con mente e cuore aperti potrebbe essere una decisione di quelle che cambiano la vita. E in effetti vi state aprendo a qualcosa di nuovo, una dimensione di voi stessi che volete e avete bisogno di conoscere meglio. State guardando avanti in una nuova parte di voi stessi.
Cominciare il viaggio della meditazione è un viaggio nel viaggio – il sempre misterioso viaggio della vita. State rispondendo ad una chiamata che viene dal profondo di voi stessi, al di là di ogni pensiero o spiegazione. Se non altro la meditazione vi darà nuova profondità e vi aiuterà a vivere da quella profondità.
Magari state pensando ”tutti parlano di quanto è importante la meditazione: alcune persone la considerano una preghiera e parte delle tradizioni religiose sapienziali. Alcuni la praticano per ragioni di salute mentale o fisica e senza dubbio ne ha il sigillo scientifico di approvazione. Così, le tradizioni spirituali sapienziali e la scienza moderna sono d’accordo sull’utilità della meditazione. Vediamo se va bene per me”. John Main pensava in un altro modo quando diceva ”Siamo fatti per meditare. E’ altrettanto naturale per lo spirito quanto lo è il respirare per il corpo”.
Qualunque sia il motivo che vi spinge a cominciare a meditare, è di certo più che una mera curiosità o sentirsi persi o disperati. La forza interiore che ci porta alla meditazione è la fede. Gli esseri umani si sviluppano grazie alla fede – cioè attraverso le relazioni, l’integrità e l’essere coerenti con se stessi. L’esperienza vi insegnerà a vedere la differenza tra fede e credenza. Nella meditazione, come in tutte le cose importanti, l’esperienza è maestra.
State cominciando un viaggio di approfondimento del vostro modo di vivere fedelmente – con un senso vero, speranza e amore. E’ una pratica e un viaggio di fedeltà umana. Sant’Ireneo diceva: “All’inizio c’è la fede, alla fine l’amore e l’unione dei due è Dio.” Se non siete religiosi e non avete una fede particolare in Dio, all’inizio può essere un vantaggio perché le idee che abbiamo di Dio possono essere un problema quando si va alla realtà. Ma fate attenzione, la meditazione non è esser incentrati su noi stessi. C’è anche il reale pericolo che possiate scoprire qualcosa chiamato Dio. Se siete religiosi, fate anche attenzione: la meditazione cambierà la vostra immagine e il modo di credere in Dio. La maggior parte delle persone hanno fede nella fede di qualcun altro e così diventa una mera credenza. La meditazione vi porta ad una fede di prima mano.
O forse avete avuto da bambini un’educazione religiosa che però non è riuscita a prepararvi ad una vita matura da adulti. Anch’essa è diventata superficiale, vi ha dato spiegazioni poco profonde, vi ha causato sensi di colpa o paure infantili. La religione può diventare una forma di consumismo o addirittura di oppressione che non riesce ad adempiere ciò che predica. Lasciar perdere quella specie di religione esige una fede vera.
La motivazione principale per cominciare è quella di rendersi conto che la realtà – la vostra vita, il mondo, tutto ciò che è o pensate che sia – è più di quel che sembra a prima vista. Scoprirete una nuova invisibile ma pur reale dimensione andando al di sotto della superficie delle cose, ben oltre ciò che pensate, immaginate e credete. Ci blocchiamo su questioni superficiali: cosa mangiare, come vestirsi, risolvere problemi, riempire moduli inutili, sopravvivere nel nostro mondo complicato e frenetico. Il nostro ambiente sociale è più che un po’ impazzito con i suoi valori materialistici e una cultura da consegne in giornata che promette ciò che non può consegnare. Ciò che ne otteniamo è piuttosto stress, un senso di futilità e noia. Con tutte le novità in offerta è come accorgersi, a metà di un film, che l’avevamo già visto. Ecco quali sono i valori pubblicizzati: tempo libero, tempo per essere noi stessi, un bell’aspetto, felicità, soddisfazione, relazioni, libertà, e non è ciò che otteniamo. Siamo condizionati da menzogne.
Vivere nella falsità è come esser sedati. Un’esistenza che diventa sempre più deprimente; crea una rabbia frustrante e auto distruttiva. Quella rabbia e la tristezza che le sta dietro si esprime anche nel modo in cui guidiamo la macchina o stiamo in fila e trattiamo quelli che amiamo. La meditazione ci fa fare il primo passo nel venir fuori da quello stato di sedazione e ci risveglia.
Cosa troveremo? Profondità. Autenticità. Un modo di essere oltre le parole. All’inizio forse vi farà sentire come esser sott’acqua – ma non vi spaventate ! Vi accorgerete presto di poter respirare sott’acqua. Nella vita c’è più di ciò che è in superficie e in profondità c’è più vita.
Cominciare a meditare è aver fede nelle proprie intuizioni che “c’è qualcosa di più nella vita”. Cominciare a meditare è far qualcosa per trovare questo “qualcosa di più” in un modo impossibile se solo leggiamo o guardiamo You Tube o ascoltiamo conferenze.
La meditazione è azione pura. Io non posso meditare per voi, ma possiamo meditare insieme come faremo tra poco. In effetti, e ne parleremo la prossima settimana, meditare con altri è uno dei modi migliori per cominciare. In altre parole meditare è imparare ad essere piuttosto che imparare a fare o a pensare. Essere è pura azione. Non dobbiamo far altro che essere. Semplicemente essere – e possiamo farlo davvero non appena smettiamo di restare aggrappati alla superficie delle cose, al fluttuare della mente alle fuggevoli sensazioni.
E allora, passiamo all’azione. Come si può meditare ? E’ come domandare a qualcuno come andare da A a B. Le informazioni che avrete dipendono dalla persona a cui avete posto la domanda. Ma, siccome le persone sono generalmente buone, chiunque abbiate fermato e a chiunque abbiate domandato vi daranno la miglior risposta possibile secondo loro e siete liberi di crederci o no. Così io vi darò la miglior risposta possibile secondo me. Ci sono molti modi di meditare. Vi dirò cosa ho imparato io, non perché io pretenda di affermare che è l’unico modo o il modo migliore. I meditanti non hanno bisogno di competere per quel che riguarda le loro differenze. Ma ci sono delle condizioni universali – come silenzio, immobilità, semplicità e soprattutto il fare attenzione. Un’altra verità universale è la costanza – una forma di fede. Se si cerca una sorgente è meglio andare a fondo in una buca sola invece di provare a scavare ogni volta in un punto diverso.
Vi suggerisco quindi di provare questo modo nelle prossime quattro settimane. I principianti devono avere mente e cuore aperti ed un corpo rilassato e vigile. La meditazione non è uno spazio mentale. La meditazione non è quello che pensate. E’ incarnata e lo scopriamo quando capiamo di essere molto più dei nostri pensieri, desideri, paure e illusioni. Se l’abbiamo dimenticato e siamo bloccati nel nostro spazio mentale, il corpo ci insegnerà. Il corpo è un amico spirituale, il migliore amico anche quando è malato o non è bello come vorremmo fosse. Non mente mai perché è sempre nell’adesso, nel presente. Quanto spesso le nostre menti sono nel momento presente ? Volano dal passato al futuro – e per la maggior parte della giornata stanno sedute nella sala transiti dell’immaginazione. La meditazione è il viaggio nell’eterno ora, è scoprire che non vi sono frontiere. Il corpo ci ancora nel momento presente così che possiamo navigare nell’oceano dell’essere.
Il primo passo è sedersi. Star seduti è a metà strada fra lo stare in piedi ed essere sdraiati, fra il riposo e il lavoro. La postura fisica dovrebbe essere rilassata e vigile. Se sedete su una sedia, i piedi per terra, la schiena eretta, le spalle e i muscoli facciali rilassati. Oppure se siete su un cuscino per terra state ben saldi per sedere in modo eretto. Comunque vi sediate non abbiate una postura curva ma nemmeno troppo rigida. Non dovete ‘sembrare un meditante’. Semplicemente siate vigili e comodi. La meditazione è una via di mezzo, a volte un filo di rasoio fra gli estremi.
Chiudete gli occhi delicatamente e accorgetevi del respiro che entra ed esce dal corpo unendovi a tutte le persone nel mondo che hanno bisogno di respirare e al pianeta e tutti i miracolosi processi della natura che producono l’aria di cui abbiamo bisogno. Fate attenzione al respiro che entra e che esce da noi. Quando inspiriamo riceviamo il dono della vita e quando espiriamo lasciamo andare diventando poveri senza stringerci a nulla. Il tutto senza pensarci, come respirare sott’acqua. Senza nemmeno un grande sforzo. Tutto ciò è una semplice preparazione della mente e del corpo.
Secondo passo: iniziamo veramente il viaggio. Approfondito l’elemento attenzione, avete cominciato. Cominciate a ripetere una sola parola. Pronunciatela interiormente, in silenzio, con attenzione. Sappiamo com’è difficile mantenere l’attenzione. Siamo abituati ad avere una curva dell’attenzione molto ridotta. Così, in questa fase del viaggio siate pronti ad avere frequenti o addirittura costanti momenti di distrazione. Ma imparate come la distrazione può insegnarvi qualcosa piuttosto che venirne scoraggiati.
Quando vi accorgete, dopo pochi secondi, di non fare più attenzione al mantra perché state facendo programmi, state fantasticando o vi state tormentando con pensieri negativi, appena ve ne rendete conto lasciate andare ogni pensiero e ritornate alla vostra parola. Appena ve ne accorgete. Essere consapevoli è molto importante per i nuovi meditanti. La meditazione è proprio divenire più attenti, più vigili. Ciò porta ad essere più consapevoli, quindi più pronti ad accogliere e più umani. Quindi rendersi conto dell’aver smesso di dire il mantra, è qualcosa di positivo – non è negativo, non è un fallimento. Ricominciate a dire il mantra non appena ve ne accorgete e avrete fatto un passo avanti nel vostro viaggio.
E’ un cammino di fede. Lo attuate ripetendo il mantra con fedeltà. Siate umili. L’ego non è responsabile della vostra meditazione. E per questo vi sentirete più liberi. La libertà fondamentale – libertà di spirito – è libertà dal controllo dell’ego. Pronunciate il mantra dolcemente, serenamente, in modo leggero ma fedele. Il mantra allontanerà l’attenzione da voi stessi, lontano dall’ego ed è per questo che è liberatorio anche se non facile.
E’ un viaggio, un viaggio che dura tutta la vita. Ogni meditazione, ogni volta che si dice il mantra è un nuovo inizio. Non guadagniamo punti-miglia ma stiamo rinvigorendo la mente del principiante, l’attitudine di un bambino e l’innocenza infantile della visione del mondo. La meditazione è semplice, radicalmente semplice .
Siediti, chiudi gli occhi, pronuncia il tuo mantra. Ascolta la parola mentre la dici. Non visualizzarla ma ascoltala. Dilla in modo ben articolato. Ritorna al mantra. Fallo almeno…una volta l’anno. Ma è meglio almeno due volte al giorno per venti o trenta minuti. Quanto tempo ci vorrà ? Quanto ci vorrà per che cosa ? Per raggiungere cosa ? L’illuminazione ? Siamo illuminati ma non abbiamo abbastanza fede per riconoscerlo.
E’ importante scegliere la parola, il mantra. Manterrete la stessa parola per ogni meditazione mattina e sera perché il mantra è il vostro piccolo sentiero per attraversare la giungla dei pensieri fino allo spazio aperto del vostro cuore. Il mantra ci porta nel silenzio. Il silenzio è curativo, rigenerante e, dopo tutto il chiasso in noi ed intorno a noi, un sorprendente sollievo. Non vedrete l’ora della vostra meditazione come si ha voglia di una doccia dopo una giornata rumorosa e troppo umida. E’ una immersione in un mondo non egocentrico.
Quando si è distratti o quando si smette di meditare per qualche giorno o anche più a lungo non siete mai più lontani di un passo dal sentiero. Basta ricominciare di nuovo – un nuovo inizio, ma vi troverete su un percorso familiare da amare e riconoscere. Così rimanete con la stessa parola. Io suggerirei una parola sacra, non nella vostra lingua, dolce e ritmata nel suono e nella tonalità. Personalmente consiglio la parola ‘maranatha’. E’ una parola aramaica e vuol dire ‘il Signore viene’ o ‘vieni Signore’. Ma non pensiamo al significato. E’ la più antica preghiera cristiana. Non c’è bisogno di esser credenti per pronunciarla. Ripetetela in quattro sillabe ma -ra – na-tha. Modulate chiaramente la parola nella mente, nel cuore mentre la pronunciate con dolcezza e fede. Ascoltatela e lasciatevi semplicemente guidare nella fede, nell’immobilità e nel silenzio.
Quanto tempo ci vorrà per arrivare alla pratica quotidiana ? Non vi conosco. Conosco me stesso e mi ci sono voluti alcuni anni perché sono un allievo lento e manco di disciplina. Ho dovuto addirittura diventare monaco. Ma all’epoca – non avevo nemmeno una comunità che mi sostenesse per quanto avessi il mio maestro che non mi forzava mai ed era infinitamente paziente.
Nelle prossime settimane cercate di meditare mattina e sera. Stabilite un tempo minimo di dieci minuti e massimo, per ora, di venti. Potete scaricare un timer dalla app della WCCM e scegliere il suono della campana che preferite. Fate ogni giorno degli esercizi utili per prepararvi alla meditazione specialmente la sera: quando siete in attesa di qualcosa – un passaggio in macchina, il semaforo che cambia – non guardate automaticamente il cellulare o non leggete una pubblicità. Ricordate il mantra, con delicatezza, dolcemente. Se vi sentite troppo indaffarati o stanchi o di cattivo umore per meditare quando sarà il momento, prima di lasciar perdere, domandatevi cosa volete veramente e non cercate di prendervi in giro. Prendetevi qualche momento per prepararvi alla meditazione: un breve stretch fisico, attenzione al respiro, ascolto di un po’ di musica, un riposino energetico di cinque minuti. Non meditiamo per rilassarci. Ci rilassiamo per poter meditare. Trovate il posto migliore per meditare. Può essere la vostra ‘cella esterna’ da cui potrete più facilmente entrare nella cella interiore del vostro cuore.
Con grande affetto
Laurence Freeman OSB
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