La preghiera è personale e non individualistica
La preghiera è personale, ma non individualistica. Ciò significa che essa va oltre i pensieri che gravitano attorno alle preoccupazioni delle nostre vite. Si tratta di uscire da quell’orbita: il vero e universale centro di realtà deve diventare il consapevole timone del nostro personale universo. La preghiera allora acquista sempre più un significato universale, a mano a mano che le nostre preoccupazioni e le nostre inquietudini si inseriscono in una rete di relazioni collegate dalla compassione e dalla saggezza. Queste sono anche le virtù dell’anima che ci fanno salire dallo scantinato dell’ego fino al tetto dell’anima, dove possiamo vedere le stelle.
Estratto da Laurence Freeman OSB, “Dearest Friends” CHRISTIAN MEDITATION NEWSLETTER, vol. 32, no. 2, giugno 2008, p. 4.