Il mantra stesso ce lo insegnerà
Lo scopo della recitazione del mantra è quello di farlo diventare il punto centrale su cui si focalizza tutta la nostra attenzione. Non pensiamo a nulla né ricerchiamo alcuna intuizione che possa giungerci proprio tramite la recitazione del mantra. Lasciamo svanire tutti I pensieri mentre raggiungiamo un silenzio sempre più profondo in cui l’unico suono nella mente è il mantra. Lo stesso mantra ci insegnerà la pazienza necessaria per recitarlo. Ci insegnerà anche l’umiltà di cui abbiamo bisogno. Meditando non cerchiamo di possedere Dio o di giungere ad una profonda intuizione su Dio.
Cerchiamo semplicemente di accettare il dono del nostro essere il più pienamente possibile e di rispondere ad esso il più generosamente possibile. Per fare questo impariamo a stare fermi, a tacere e ad essere veramente umili.
Nell’accezione comune, l’essenza della meditazione e l’abbandono dell’ego. Non cerchiamo di vedere con l’ego ciò che sta accadendo. Il modo di vedere dell’ego è limitato proprio dall’essere incentrato su se stesso. L’occhio con cui vediamo senza limiti è l’occhio che non può vedere se stesso. Il paradosso della meditazione è che una volta che rinunciamo e cercare di vedere e di possedere, proprio allora riusciamo a vedere tutto e tutto ci appartiene.
John Main OSB
Brano tratto da “Abbracciare il mondo. Scritti fondamentali”, [WMF 8], Morcelliana, Brescia 2013, pp. 159.