Dobbiamo lasciare andare le nostre preoccupazioni e ansie come Gesù ci consiglia nel suo insegnamento sulla preghiera. Queste ansie sono molteplici, i problemi quotidiani che passano con una buona notte di sonno, le perdite che sono ancora terribilmente presenti quando ci risvegliamo, i nostri schemi più profondi del nostro carattere con le loro radici nella memoria preconscia. La saggezza e il perdono iniziano ad aiutarci non appena facciamo un passo indietro e smettiamo di incolpare il mondo, i nostri genitori o i nostri nemici
Iniziamo così a renderci conto che il problema siamo noi. Potrebbe essere necessario il primo passo su un percorso spirituale maturo che una volta iniziato ci rende capaci di discernere i diversi livelli di sofferenza e insoddisfazione su cui dobbiamo lavorare, quelle che possiamo gestire da soli, quelle per cui dobbiamo cercare aiuto e quelle che dobbiamo semplicemente trascendere.
La meditazione acuisce e accelera questo discernimento. In tutte le tradizioni si ritiene che la preghiera profonda, silenziosa e non concettuale occupi il cuore della fede e apra la porta all’unione con Dio. I Sufi parlano di dhikr o del ricordo di Dio a cui si arriva attraverso la ripetizione del nome di Dio. Nella sua semplicità si dice che contenga tutte le forme di preghiera e ci liberi da ogni confusione e disagio. . . . Il comandamento di Gesù sull’amore per Dio, il prossimo e per sé stessi si traduce nella consapevolezza con cui prestiamo assoluta attenzione a Dio. Possiamo quindi vendere volentieri tutto quell oche abbiamo e, nella pura gioia, trovare il tesoro del Regno sepolto nel nostro cuore.
Tuttavia, le preoccupazioni della vita ci sopraffanno facilmente. Possono renderci auto-concentrati, senza memoria, insensibili, ignoranti e stupidi. Dimentichiamo che Dio esiste. Ignoriamo i bisogni dei nostri vicini. Perdiamo la capacità di meravigliarci. Camminiamo come sonnambuli verso la grazia.
Il lavoro spirituale dell’ascesi è la cura per chi è logorato dalle preoccupazioni. Ci insegna a gestire i problemi e a vivere in libertà nonostante essi. Dissolve la durezza del cuore man mano che diventiamo più sensibili e reattivi, più aperti alla bellezza del mondo e ai bisogni degli altri, compresi quelli che afferrano avidamente prima di chiedere. L’ascesi, come la nostra meditazione due volte al giorno, trasforma l’energia bloccata nel nostro ego e gli schemi negativi di pensiero e comportamento. Saggiamente arriviamo ad accettare che in questa vita satura di preoccupazioni non avremo mai tutto ciò che desideriamo. Ma poi arriva la liberazione quando accettiamo che il vero problema non sta nel “non avere” ma nel “volere”.
Brano tratto da Laurence Freeman OSB, Dearest Friends in the Newsletter of the World Community for Christian Mediation, Vol. 35, No. 2, July 2011, pp. 4-5.