Poiché è così esigente, può quasi sembrare che la pace sia più spaventosa della violenza – la violenza che facciamo a noi stessi o la violenza fatta agli altri. La pace, nel profondo, ribalta il nostro mondo dalla testa ai piedi. Dobbiamo entrare in un delicato equilibrio di vita, la delicata frequenza dello Spirito, in modo da trovare la semplicità per rispondere al dinamismo di Cristo. Entrare in queste profondità, aprirsi a queste profondità significa diventare vulnerabili e rimanere vulnerabili, non solo nella preghiera ma in ogni aspetto della vita.
L’amore crea vulnerabilità, la vulnerabilità della compassione e dell’impegno incondizionato. Da adulti, dobbiamo anche imparare ad essere resilienti perché essere vulnerabili significa che possiamo venire feriti e che non dobbiamo permettere che la ferita ci faccia chiudere di nuovo. Questo equilibrio particolare tra vulnerabilità e resilienza fa parte di un insieme intellettuale, psicologico e spirituale che è l’essere umano. Ognuno di noi inizia da un suo proprio squilibrio, ma tutti siamo chiamati allo stesso equilibrio e centratura, lo stesso radicamento in colui che è stato ferito ma che è stato resiliente nella trascendenza del perdono.
–
Brano tratto da Laurence Freeman, OSB, “Depth,” LIGHT WITHIN (New York: Crossroad, 1986) pp. 105-107.