Entrare nel silenzio
Ci vuole coraggio per lasciarsi alle spalle i pensieri, il nostro ‘ego’, per lasciare il conforto del nostro condizionamento, per lasciar andare – anche se temporaneamente – il nostro senso di identità e di individualità che abbiamo costruito a partire dai nostri pensieri. Ma è essenziale “abbandonare il proprio ego” per seguire Gesù nel Silenzio e scoprire chi siamo veramente, figli di Dio. E sì, quando entriamo nella foresta del silenzio incontriamo sia la bella che la bestia: sia i ricordi dimenticati di momenti belli che le paure represse. Siamo ora nel mondo psicologico / emotivo, che John Main ha chiamato: “il livello più oscuro di coscienza delle paure e delle ansie represse” e Laurence Freeman: “distrazioni psicologiche“. Il silenziamento dei nostri pensieri superficiali ci permette di prendere coscienza dell’inconscio personale, dove l’ ‘ego’ ha depositato tutto ciò che sembrava minacciare il nostro adattamento all’ambiente, garante della nostra sopravvivenza quando eravamo piccoli.
La gioia esplode, la pace regna, le lacrime scorrono; sentimenti di rabbia e di irritazione vengono a galla. Accetta tutto ciò che accade: le lacrime sono le lacrime che non hai versato, quando avresti dovuto farlo; anche la rabbia e l’irritazione non sono state espresse al momento opportuno. Queste emozioni stanno bloccando il tuo percorso verso il centro. Lasciale salire, dà loro un nome e accettale; sii consapevole di loro senza agirle. Cristo il Guaritore è al lavoro. Queste emozioni represse sono blocchi congelati di ghiaccio; tienile alla Luce e all’Amore di Cristo, si scioglieranno e potrai compiere un ulteriore passo lungo il cammino. Non c’è bisogno di conoscere le cause di queste emozioni: “devi solo dare un nome ai tuoi démoni e il tuo cuore li tollererà meglio”.
A volte emergono traumi nascosti e, se sono gravi, è necessario l’aiuto di uno psicoterapeuta come accompagnamento lungo il viaggio. Sono necessarie intuizione, consapevolezza della situazione attuale e modalità per affrontarla; cercare troppo le cause può però ostacolarci: diventiamo troppo impacciati, affascinati dalla nostra stessa storia e dimentichiamo la ragione per cui ci troviamo in questo pellegrinaggio.
A questo punto, l’ ‘ego’ potrebbe cercare di fermarci completamente lungo il nostro cammino suggerendoci: “mettici una pietra sopra! A che serve rivivere queste emozioni; meglio non parlarne! ” Spesso appaiono pensieri del tipo ” questa è auto-indulgenza “, “dovremmo fare qualcosa di utile per gli altri”. L’ ‘ego’ resiste più profondamente al nostro scavo facendolo sembrare doloroso e inutile, arido e noioso. Non cadere in questi trucchi. Sei libero di scegliere di entrare nel silenzio della meditazione, di tornare ad essere integro e scoprire il tuo vero sé. Fidati e persevera. Ricorda che ciò che accade avviene ad un livello molto più profondo della tua coscienza razionale. La meditazione è al di là di pensieri, sentimenti e immagini. La tua mente superficiale può essere distratta, ma contemporaneamente la guarigione avviene ad un livello che la tua mente non può raggiungere, al livello della comunione silenziosa fra la tua coscienza profonda e la coscienza di Cristo. Persevera con la fedele ripetizione del mantra, in modo che il mantra diventi l’armonica che suona nel tuo essere, permettendo a Cristo di fare il suo lavoro, che ci conduce alla totalità.
Kim Nataraja