Metanoia: Lasciate che le vostre menti siano trasformate
Carissimi Amici,
‘Metanoia: Lasciate che le vostre menti siano trasformate’
è il nostro tema di quest’anno nella WCCM. Qualche giorno fa il primo oratore on line dei dieci che quest’anno interverranno nel ciclo di incontri mensili ci ha fatto capire come questo compito sia di grande urgenza e profondo. Ci porta sia alla pace mentale – (felicità significa pace piuttosto che piacere) – che alla pace globale necessaria per la sopravvivenza.
Molto probabilmente voi, come succede anche a me, trovate che ogni giorno la nostra mente sia tempestosa come il tempo invernale tipico di Bere Island da dove sto scrivendo questa lettera. Temporali dell’Atlantico ci hanno infradiciato quasi ogni giorno da che sono arrivato qui per un mio personale ritiro. Oggi però mi sono svegliato, ho aperto le tende e ho scoperto un paesaggio tranquillo, soleggiato, un cielo sgombro da nuvole e colori brillanti e gioiosi. ‘Oh, che mondo meraviglioso, me ne andrò da qualche parte’. Pur sapendo bene come queste epifanie possano essere brevi, possiamo comunque goderne a pieno il dono. Il tempo della mente è come quello meteorologico. In poche parole direi che la mente ed il mondo come la mente e l’ego sono inseparabili ed entrambi costantemente mutevoli.
La nostra mente trova pace solo quando accettiamo pienamente ciò di cui facciamo esperienza, senza lamentarci e senza volerci appropriare di nulla, doloroso o piacevole che sia. Solo l’accettare ci insegna come essere veri rifiutando dinieghi o illusioni. La realtà allora ci insegna che l’esperienza tutta è una. Pioggia o sole, dolore o piacere, fallimento o successo, perdere o trovare, vita o morte. Nessuna esperienza è autonoma. Nella singola esperienza tutto è connesso senza soluzione di continuità della realtà. Capire ciò è un dono della metanoia.
Ho chiesto a Berry White, il primo speaker della serie Metanoia, di iniziare con un riepilogo del tema dell’anno facile da ricordare. E così ha fatto: ‘Metanoia è riconoscere il cammino e seguirlo con un impegno che è tutto – ogni pensiero, parola, azione e momento – con un senso di urgente e crescente necessità perché non c’è più tempo’.
Generalmente, quando parliamo di cambiare idea, pensiamo di cambiare una decisione presa o un’opinione che ci siamo fatta. Mutare un’opinione o una decisione,
è comunque spesso un segno di quanto la nostra mente è irrequieta e insicura. Per mascherare questa debolezza e apparire determinati possiamo anche rifiutare testardamente di cambiare una posizione già presa. Per questo la dirigenza russa ha paura di cambiare idea a proposito dell’aggressione all’Ukraina.
Metanoia è tutta un’altra cosa. Lasciare che la mente sia trasformata vuol dire molto più che cambiare posizione o opinione. Vuol dire vedere il mondo inondato dalla luce splendente di Dio. A volte anche accecante come è successo a san Paolo nella sua esperienza di conversione.
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Ci vogliono un tempo e uno sforzo considerevoli per ottenere quella resa vittoriosa che si raggiunge allorché metanoia ci trasforma alla luce del sole della realtà facendo evaporare ignoranza e delusione. Non è facile, ma è più semplice che non fare nessuno sforzo. E’ il cammino della vita e ad ogni passo si apre per noi un livello più profondo di pace.
La mente è agitata, ostinata e sempre presa in un groviglio di delusioni. Questa è solo la prima di molte scoperte umilianti che il nuovo meditante deve aspettarsi. Abbiamo bisogno di esser incoraggiati: ‘non aver paura, non smettere di lasciar andare’. Conoscere la mia mente è il primo passo. La meditazione ci rende ogni giorno più consapevoli degli stratagemmi messi in atto dalla mente egotica per la sua sopravvivenza e di tutto il suo repertorio di possibili inganni. Poi, un giorno quando siete seduti a meditare e i veli della mente sono completamente aperti, scorgete una consapevolezza da cielo limpido, senza pensieri nebulosi: eccetto quel pensiero sottile e leggero come una piuma che sussurra ‘Oh, grande. Finalmente un bel successo ! Tientelo stretto’. Dopo che ti sarà capitato molte volte capirai che l’unica cosa da non lasciar perdere è proprio il lasciar perdere, fino a quando non ci sarà niente altro da lasciare andare. Mente è pensiero. Finché non saremo non pensanti non saremo liberi. Il Budda una volta ha suggerito come consolidare la pratica: ‘mai sopravvalutare ciò che hai ricevuto’. Neanche Gesù ci inganna sulla radicale semplicità del cammino stretto di metanoia: ‘chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà’.
Lasciare andare significa lasciare tutto. I meditanti acquisiscono il piacere di una tale sapienza grazie alla loro pratica quotidiana. Meditare ogni giorno è parte di un’esperienza. Per chi è in cammino con noi, il mantra rivela la presenza energica ma discreta di Cristo che ci guida come un personal trainer verso una metanoia sempre più profonda. Degli spazi vuoti appaiono nei cumuli di nuvole della delusione. Allenando la mente vediamo cosa sono veramente e impariamo a guardarci interiormente. Poco per volta superiamo gli ostacoli dovuti all’ignoranza e causati da spinte di paura o desideri infantili o assorbiti con la nostra formazione culturale, così l’occhio del cuore si apre. Non cerchiamo più Dio come un qualcosa che deve esser trovato. Vediamo che Dio è la luce attraverso cui vediamo. Quando la mente è limpida che cosa non è Dio ? Metanoia risana la limpidezza della visione e in aggiunta ci offre il coraggio di rischiare di più.
Il compito più importante della vita è vivere pienamente. Il nostro potenziale di creatività è corrispondere pienamente al dono dell’esistenza. Questo significa rispondere al punto della nostra origine all’interno dello spirito di Dio. (John Main, Door to silence)
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Meister Eckhart chiama questo ‘punto di origine’ la ‘scintilla divina’ esistente nel nostro centro più profondo e misterioso. Metanoia è il cammino per scoprirlo. Ci tira dentro quel genere di paradosso che le menti non trasformate trovano terrificante ma che, invece, per una mente limpida è eccitante. Lasciamo andare fino a che non c’è più nulla da lasciare; a quel punto non solo ritroviamo tutto ciò che avevamo lasciato ma tutto ciò di cui era parte.
Questa sapienza, tramandata attraverso la storia, è anche il centro della narrazione di ogni vita umana. Deve esser detta e ridetta, mai così tanto come ai giorni nostri in un periodo in cui noi non abbiamo più memoria. Le grandi scuole contemplative hanno fatto così e spesso sono venute alla luce nei periodi più difficili. In Europa per esempio nel XIV secolo la popolazione era tormentata da epidemie (e senza vaccini), dal caos sociale ed economico, da una chiesa divisa in un vergognoso declino spirituale. I maestri mistici di quel periodo (come l’autore della Nuvola, Madre Giuliana di Norwich, Meister Eckhart e il beato Ruusbroek) hanno denunciato gli errori della chiesa ma non l’hanno abbandonata. Ognuno di loro è stato una eccezionale manifestazione di sapienza con il proprio stile e modo di pensare a cui le autorità ecclesiastiche hanno spesso reagito ostilmente. Nella loro diversità possiamo comunque scorgere una profonda unità di visione.
La visione di metanoia risplende come il sole del vero Sé, il nostro ‘punto di origine’ o la ‘scintilla divina’. La mente viene trasformata da una pratica costante e da una pacifica esplosione di auto-comprensione che sorge dal silenzio e dall’immobilità. Mente e ego sono la stessa cosa. Come la luna che brilla grazie alla luce del sole, mente ed ego riflettono la luce dell’essere, del Dio-Sé che ingloba tutte le finzioni o le antitesi. ‘Ogni immagine di Dio è un idolo’ dice Gregorio di Nissa. Bonaventura si è reso conto, come farà ciascuno di noi, che ‘dobbiamo interrompere tutte le manovre mentali per poterci addentrare in questa sacra, mistica esperienza (che) non può esser compresa da nessuno se prima non ci abbandoniamo ad essa.
Metanoia è la resa vittoriosa della mente, che lascia andare la doppia azione della mente-ego con il distacco dell’attenzione dai pensieri, compresi anche i pensieri su noi stessi. Questa è la tradizione mistica della chiesa più fedele al vangelo della mera ortodossia teologica o della moralità imposta. La teologia – come presto dimostrerà la nuova Accademia WCCM che sta per essere varata – è più valida quando riconosce i propri limiti.
Metanoia è il percorso contemplativo. Ci permette di interiorizzare le parole di Gesù, cosa che non possiamo fare quando la mente è intrappolata da opinioni e limiti indirettamente acquisiti. Per esempio, ‘il regno dei cieli è in voi’ dice Gesù con parole che sono fondamentali: è l’intuizione empirica che si origina in metanoia che cioè il nostro centro più profondo è con e in Dio. Scoprire questo punto originario ci consente di conoscere direttamente, come Dio conosce, e conoscere noi stessi sapendo che siamo riconosciuti (ed amati) da Dio. Metanoia ci guida anche in un altro mistero di noi stessi descritto dai mistici fin da san Paolo: siamo conosciuti da Dio nell’eternità prima della nostra esistenza nella carne ‘scelti da Dio…prima della creazione del mondo’. E queste parole riecheggiano il profeta Geremia ‘prima di formarti nel grembo materno ti ho conosciuto’.
Metanoia risveglia una auto conoscenza profonda e trasformante. Ma, dirà qualcuno, che c’entra questo con i miei problemi o col prezzo del riscaldamento di casa ? Fa qualche differenza per come vivo bene in questo mondo e che direzione sta prendendo il mondo ?
Fa una differenza. Cosa pensiamo di noi stessi configura come pensiamo, agiamo e sentiamo. Se ci vediamo come carne da cannone (come i coscritti russi) o consumatori da algoritmi (come le persone che fanno la fila tutta la notte di fronte ad un negozio Apple per il nuovo modello di cellulare) dov’è la meraviglia del mondo ? Dov’è l’amore che sorge dallo stupore dell’auto identificazione ? Dov’è la meraviglia di riconoscere se stessi negli altri e di vedere una valenza divina e un’eguaglianza in ognuno di noi ? Come conosciamo e comprendiamo noi stessi importa perché determina come votiamo, vediamo la differenza fra verità e menzogna, lavoro, gioco e amore. Il nostro amore per gli altri, per il mondo e per Dio sono un’unica esperienza che nasce dal grido di auto identificazione in uno dei versi più belli della Bibbia ‘Ti ringrazio Signore per la meraviglia del mio essere’ (salmo 139).
Comunque e chiunque amiamo, l’amore ha un’origine e un obiettivo. Quando incontriamo qualcuno e ci innamoriamo o quando ci lasciamo guidare dalla compassione per chi vive nel bisogno stiamo facendo esperienza di Dio. Siamo i beneficiari della più intima rivelazione di sé di Dio. Spinti verso nuove profondità di auto comprensione, lo stupore diventa più intenso ed aumenta la nostra capacità di amare. Rumi ha detto ‘Gli amanti alla fine non si incontrano da qualche parte. Sono tutto il tempo uno nell’altro’. Amare in modo romantico o compassionevole, riconoscere un’altra persona non in quanto personificazione di un’illusione ma come una meravigliosamente unica manifestazione di Dio, ci cambia in profondità. Ci libera dalla delusione facendoci riscoprire noi stessi in loro. Anche questo è metanoia.
Esperienze di questo tipo sono rare, autentiche espressioni di una ‘vita ricca di doni’ come l’ha descritta John Main. Vale la pena attenderle. La nostra pratica spirituale quotidiana ci prepara a questo. Quando ci appaiono sono come un premio di sostegno lungo il cammino di metanoia che stiamo percorrendo ogni giorno della nostra vita.
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La religione che dimentica questa sapienza mistica in cui si rivela il divino nell’umano e l’umano nel divino, è o irrilevante per il cammino umano o addirittura contraria. Ma quando la religione è ricca di questa sapienza diventa un’energia globale del progresso di guarigione.
E’ difficile oggi essere ottimisti per quel che riguarda la religione istituzionale: fin quando non la scopri rinnovata da una metanoia condivisa e trasformante in una struttura tradizionale come la parrocchia. Ho visto succedere questo di recente per esempio nella parrocchia dell’Ascensione di Balally a Dublino. Padre Jim Caffrey, meditante nella nostra comunità, il suo predecessore il teologo padre Dermot Lane e uno stimolante gruppo di parrocchiani stanno evolvendosi in una nuova forma di parrocchia contemplativa (‘meditazione e servizio’ come si proclamano in un banner)
che esprime una profonda spiritualità nel servizio attivo. E’ connotata più dalla profondità che soltanto dalla novità. Ho celebrato con loro una messa contemplativa per la festa dell’Epifania ricca di calore umano e del linguaggio comune (koinonia) di una diversa comunità inclusiva nutrita di interiorità condivisa e di un obiettivo comune. E’ stato per me un segno di cosa la chiesa, con una guida illuminata, possa, malgrado tutto, diventare a livello globale.
Ma perché sembra sempre così difficile impegnarsi nel cammino di metanoia e proseguire su di esso ? Possiamo avere momenti, anche lunghi momenti, di cieli limpidi immersi nella luce del sole dell’amore che sembrano così pieni di energia da non finire mai. Anche se li dovessimo perdere, non li dimenticheremmo mai. Ma il tempo cambia, il cielo della mente si rannuvola di pensieri e delusioni, temporali possono cancellare la memoria. La sofferenza della perdita e del dubbio possono allora insidiare ciò che una volta era indelebile certezza. Siamo creature legate al tempo.
Essendo così imprevedibile il tempo della vita, dobbiamo sistemare il tetto mentre brilla il sole. Anche se ci saranno di nuovo delle perdite d’acqua durante i temporali, i danni saranno ridotti. La meditazione sviluppa resilienza. E’ una parte della nostra vita su cui non dobbiamo riflettere tanto ma, se la perdiamo, ne sentiamo subito la mancanza. Meditiamo, nei ‘giorni belli e in quelli brutti’ come dicono i maestri del deserto. Qualunque sia il tempo, senza fare storie, grati che sia parte della nostra vita. Impariamo la sapienza del non valutare esperienze momentanee e parziali nella meditazione e invece restiamo nella totalità dell’esperienza.
Una delle lezioni più difficili da imparare è accettare il dono quando si manifesta quello che stavamo aspettando e praticare fin dall’inizio il distacco. Ogni attaccamento impercettibilmente crea e porta a possessività e paura. Vengono piantati semi di nuovo dolore e smarrimento. Metanoia si installa sul bisogno di continuo distacco. Mai abbandonare, mai smettere di lasciar andare. Consapevolezza di metanoia viene rilasciata per sostenere la mente egoica attraverso la pratica della meditazione. Si inserisce in tutte le relazioni ed attività ogni qualvolta scivoliamo dalla gratitudine al pensare che tutto sia dovuto attaccandoci ad un dono. Il cammino di metanoia impedisce tutto ciò. Solleva dalla caduta nella delusione. Ci salva dall’insidia del possesso e ci fa ritrovare la libertà della gratitudine.
Il mondo esterno rende palese la nostra mente egoica. Se la mente è ignara della sua natura egoistica, il mondo diventa un parco giochi mentale per l’ego. Solo se la nostra mente abbraccia metanoia come aiuto a riconoscere la differenza fra ego e sé, il mondo diventa ‘punto di origine’ per il divinamente-umano.
Questo è l’obiettivo finale della meditazione. Trasformiamo il mondo con l’essere trasformati. E, quando vediamo la nostra mente per quello che è veramente, l’ego, capiamo che la sola mente libera dall’ego è la mente di Cristo. ‘Abbiamo la mente di Cristo’ è il sorprendente annuncio.
Comprendere il cammino di metanoia nell’unione di vita interiore ed eventi esterni è la guarigione, la pienezza e la divinizzazione della condizione umana. Poiché rende ciò ovvio, la meditazione è un impegno di metanoia. E sì, davvero fa differenza. Per anni giriamo in tondo ripetendo gli stessi errori in modi diversi alla ricerca di risposte e spiegazioni. La meditazione ci libera da questo circolo vizioso di samsara che ci facciamo da soli. Domandiamo spesso ‘qual’ è la strada migliore da seguire ?’ La risposta è ‘quella che hai già preso’.
Metanoia non riguarda la novità, cambiare opinione o acquisire una maggior conoscenza. E’ respingere le illusioni appena sorgono e vedere cosa c’è di reale in qualsiasi tipo di esperienza nei periodi di sole o di tempesta. La mente inizia a trasformarsi appena cominciamo a contenere la sua attività senza sosta. Nell’immobilità lasciamo andare e, capendo la priorità dell’Essere, mutano tutte le nostre azioni.
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Il tempo dimostra che metanoia stessa è un dono. Metanoia è il miracolo auto curativo dell’Essere per la mente e per l’ego grazie a ciò che è libero della mente egoica. Rinnova la mente, mantenendo le sue qualità più utili ma disconnettendo i meccanismi di attaccamento e illusione che la rendono auto distruttiva. Ramana ha detto che molti ‘io’ (molti se stessi illusi e falsi) si creano ogni momento. Nel centro più profondo del nostro essere, dove troviamo infinita profondità, dove il silenzio distrugge i pensieri e le immagini, entriamo in una pace al di la di ogni comprensione. Qui, alla fine e per sempre riconosciamo di essere riconosciuti.
Piuttosto che acquisire nuove idee o opinioni, metanoia rimuove le false identità e illusioni. La semplice ovvietà dell’auto riconoscersi è quello che descrive meglio il progredire nel cammino umano. E’ Gesù che dice ‘Maria’ e Maria nello stesso istante del riconoscimento risponde ‘Rabbouni’. E’ la goccia che si fonde con l’oceano e l’oceano nello stesso momento si fonde con la goccia.
Con grande affetto,
Laurence