Fragranza di metanoia
Laurence Freeman spiega come disseminando la pratica della meditazione il mondo si trasforma
Carissimi amici,
ieri ero collegato via zoom con Maria e Albert Zakharov, coordinatori WCCM in Ucraina. Poco dopo l’inizio della guerra mi aveva profondamente colpito un loro straordinario commento fatto con un tono di voce molto normale. “Siamo in guerra per la nostra sopravvivenza. Ma ora è il momento di parlare di meditazione”. Questo mi ha portato a visitare quel Paese l’anno scorso e a condividere online quello ed altri eventi attraverso i quali la loro esemplare fusione di contemplazione e azione ha potuto esser di ispirazione per la nostra comunità e per molti altri. Mi pare che questa consapevolezza unificata sia un segno del potere di metanoia. E’ testimonianza dei frutti della meditazione necessari oggi a tutta l’umanità per la propria sopravvivenza.
Con Maria e Albert abbiamo parlato ieri di una loro visita a Bonnevaux con alcuni altri meditanti Ucraini e di un ritiro a Leopoli quando andrò lì in Settembre. Ho imparato qualcos’altro da Maria e Albert: a proposito di una rosa chiamata Metanoia. E’ una rosa rampicante vigorosa con una doppia fioritura ed una colorazione dall’arancio al rosa salmone ed un profumo intenso e delicato. Ha bisogno di essere innaffiata di frequente e di molto sole ma la ricompensa sarà una fioritura continua da maggio fino ad ottobre. Avevano appena piantato un cespuglio di rosa Metanoia nel loro piccolo giardino di casa e ne parlavano sorridendo e pieni di speranza.
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La maggior parte di noi è sempre più conscia di come tutti siamo presi da un altro tipo di guerra. La tragedia quotidiana in Ucraina ci rende penosamente consapevoli di ciò. E’ lo sforzo che compiamo per la sopravvivenza dell’umano e dell’umanità contro le forze estreme dell’oscurità nell’umanità stessa. I campi di battaglia di questa guerra sono dominati dalla scienza, dalla tecnologia, dalle forze del mercato in ogni teatro delle attività umane, dalla profonda crisi ambientale fino ai molti aspetti della cultura attraverso tutte le istituzioni sociali. Senza una trasformazione nel modo di vedere e comprendere la realtà, le forze che si contrappongono all’umanità possono diventare troppo pesanti per esser affrontate, proprio perché vengono dalla nostra stessa interiorità. La potenza auto distruttiva di questa guerra dell’umanità contro l’umano è troppo grande e complessa per una qualsiasi soluzione eccetto quello che potrebbe emergere da una nuova e radicale forma di semplicità.
Se almeno accettassimo questa necessità di cambiamento mentale, vedremmo quanto sia più pressante piantare la rosa di metanoia dovunque nei cuori e nelle menti piuttosto che lamentarsi, accusare e radicalizzarsi in discussioni senza fine. La fragranza delicata e pervasiva di una rosa attira attenzione a tutto campo e mette in risalto l’unità stessa dell’umanità di cui ci siamo dimenticati. Non ho mai incontrato qualcuno che dica di non amare il profumo o la bellezza delle rose, ma sicuramente c’è per loro un forum mediatico.
Invece di conflitti, metanoia fa sbocciare molti fiori, risveglia la bellezza dell’umano, torna a mostrarci il nostro potenziale ed il vero significato dell’esistenza. Appena la si vede, si assapora, si tocca e se ne sente il profumo attraverso tutto lo spettro umano, metanoia diventa molto più di un’altra novità globale di moda. Potenzialmente è l’alba di una nuova esperienza religiosa non rivendicata esclusivamente da una singola tradizione ma uguale per tutti. Papa Francesco dice che ‘la preghiera è un valore universale’. Il Dalai Lama dice ‘la mia religione è la gentilezza’. Quando la mente si apre al potere di metanoia che essa già possiede, comprende se stessa e il mondo con la proposta di un nuovo tipo di umanità per cui vale la pena vivere e morire. Se non altro è un’alternativa all’attuale rotta verso l’auto distruzione.
Come ogni nuova coltura, la Rosa Metanoia ha bisogno di esser messa a dimora con attenzione e ben nutrita, poi diventerà robusta e resiliente. Il nostro personale lavoro interiore per metanoia deve anch’esso avere inizio dal piccolo e fragile. Ha bisogno di una attenta coltivazione ma, mentre trasforma il modo di vedere, esercita un effetto trasformante sul mondo in cui viviamo. La meditazione è il lavoro di piantare e coltivare. E’ una bell’attività perché non è una fuga egoistica dalla realtà né un giardino privato che serve solo il proprio interesse personale.
E’ fondamentalmente un piacevolissimo lavoro che crea la fragranza della pace. E coloro che ricercano la pace sono benedetti perché lo fanno lottando a fatica. Questo è il senso di ‘jihad’: non esternare le nostre ombre interiori con odio verso i nemici, ma lottare interiormente l’odio di se stessi, l’auto rifiuto e l’ignoranza. ‘Il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro… i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nelle regioni celesti’. (Efesini 6:12)
Nel lavoro di conoscenza di sé respingiamo le illusioni ed arriviamo a vedere le cose come sono veramente. Le forze oscure sono costrette alla resa ma lanceranno una controffensiva quando ci sentiremo soddisfatti. Il conflitto spirituale non tollera alcuna violenza contro gli altri o contro noi stessi. La sua arma segreta è la forza che deriva dall’essere incentrati sull’altro. L’egocentrismo si fa indietro e alla fine accetta la sconfitta. Meditare è una lunga campagna a favore di metanoia ed ha bisogno di risorse profonde che derivano dalla sua unione di gentilezza, fedeltà e fiducia. Quando guarda dritto negli occhi la paura e trasforma la sofferenza, la meditazione lancia pura luce sulle ombre umane.
Se ci rifiutiamo di lavorare sul nostro lato oscuro, inevitabilmente ci danneggiamo dal di dentro. L’infelicità aumenta manifestandosi nell’azione centrata su se stessi o nell’inazione egocentrica. Il liquame grezzo della psiche fuoriesce nell’ambiente circostante sciupando la bellezza naturale della famiglia, delle amicizie, del lavoro ben fatto e della vita sociale. Prima o poi l’inquinamento psichico si estende al mondo fisico, come vediamo accadere per il suolo, la natura, l’aria e gli oceani.
Non ci servono teorie cospiratorie. La radice del problema è più vicina a casa.
L’oscurità umana collega il circuito delle uccisioni di massa, dei giochi di poter di leader dispotici, dell’ondata di malattie mentali che colpiscono i bambini su scala massiccia, delle ciniche ingiustizie nel sistema finanziario, dell’ipocrisia politica, della dipendenza endemica, e il disperato allontanamento dalla realtà nell’industria dello spettacolo. Molto di tutto ciò da forma ai notiziari quotidiani e alle chat room, ma risale direttamente alla psiche umana. Non compresa, ci fa cadere nella depressione collettiva e nella disperazione.
Il profumo di metanoia disperde l’ombra e ristabilisce speranza nell’ecologia umana. Quando ero studente sono stato catturato dalle parole di un grande poeta sulla morte di un altro poeta.
“…Nei deserti d’ogni cuore
apri il fonte guaritore,
chi, dei giorni schiavo,
gode libertà muovi alla lode.”
(W.H. Auden, In memoria di W.B. Yeats)
Kim Nataraja in ‘Danza con la tua ombra’ scrive che ‘il lato oscuro’ è un elemento essenziale della pratica meditativa in ogni vita e perciò va preso seriamente e senza timore. Ognuno di noi ha la sua ombra: pensate alla tentazione di Gesù nel deserto prima del suo battesimo o alla jihad del Budda prima della sua svolta fondamentale. L’interrogativo che aleggia su questo mistero della consapevolezza umana è “da dove arriva questa universale e ostinata ombra ?” Se vogliamo discutere di questa paura e della negazione dell’ombra, dobbiamo rispondere a questa domanda. Solo allora potremmo danzare con l’ombra piuttosto che esserne sopraffatti. Invece di proiettarla come nemico esterno – e una volta scoperta è senz’altro ripugnante – dobbiamo guardarla con saggezza e compassione in quanto nostra, come parte di noi stessi. Ognuno di noi ha in sé un brutto anatroccolo, in mezzo ad una sala di danzatori felici, seduto contro la parete, infuriato e che si rifiuta di unirsi al divertimento perché gli sembra decisamente non allettante e sgradito.
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La fragranza di metanoia disperde l’ombra
e ricrea speranza per l’ecologia dell’umano
Tutto nell’incommensurabile universo, attualmente stimato risalire a 95 miliardi di anni luce, ha un ciclo di vita. Galassie, stelle, buchi neri hanno cominciato ad esistere ed hanno raggiunto tutti la loro propria fine. La nostra breve durata di vita lo rispecchia, ma con maggior consapevolezza e sofferenza delle stelle. Una galassia non sa quando è giovane, matura, vecchia o morente. Da una tappa all’altra del viaggio da uovo fecondato a corpo senza vita siamo una storia di consapevolezza in evoluzione. La vecchiaia ha inizio con la nascita. Ad ogni livello di risveglio dobbiamo abbandonare il passato e accogliere il nuovo. Ma poi di nuovo ci ri attacchiamo: “Qui è dove sono adesso e conosco le cose da questa prospettiva. Approfondirò la diversità ma in tutti i modi mi opporrò al cambiamento”. Pensiamo di essere come Dio, al di sopra di ogni cambiamento. Così ci si abbarbica al “no” rivolto contro qualsiasi cosa davvero nuova, una chiusura della mente a tutto ciò che non possiamo controllare: un’azione di retroguardia nei confronti di trascendenza e abbandono. Tutto ciò causa quella combinazione di forze che chiamiamo l’ombra, e quando pronunciamo seriamente il mantra, l’ombra viene fuori dalle ombre.
Ogni qualvolta i nostri programmi vengono mandati all’aria o succede qualcosa di terribile, ci sentiamo impotenti e ci domandiamo ‘perché ?’ e subito dopo ‘chi ?’ e cerchiamo qualcuno da incolpare. Prevedibilmente a questo livello di crisi dell’umanità cerchiamo continuamente capri espiatori da demonizzare e per spiegare la nostra difficile situazione. Certo ci sono molti individui che dovrebbero fare i conti con la giustizia per quel che li riguarda, ma questo non risolve il problema. Abbiamo bisogno di un contesto più profondo, di mente più ampia e più chiara. Metanoia è il processo continuo che guida la nostra ascesa alla piena consapevolezza. Oggi possiamo vedere quanto sveli il lato spirituale, in e oltre tutto quello che veneriamo di materiale e quantificabile.
Per vederlo, comunque, bisogna lasciar perdere l’idea di un percorso spirituale in un tutt’uno. Se non ci riusciamo, continueremo a quantificarlo, bollarlo e trasformarlo in prodotto. Quello che chiamiamo percorso spirituale è semplicemente il viaggio della vita sempre mutevole di ogni essere umano. E’ duro, una lotta ininterrotta fra gli opposti. Ci sono oasi e momenti di calma, ma non di lunga durata poiché anch’essi fanno parte del continuo scorrere della vita. La corrente si blocca se non esorcizziamo le nostre forze interiori di rifiuto e diniego, palesi non solo nel tiranno o nel tycoon megalo maniaco ma anche nel nostro stesso egoismo sotto l’influenza dell’ombra. Quando il flusso si interrompe ha inizio la paralisi. Svanisce la felicità che tanto desideravamo e ci lascia esauriti e disillusi.
Siamo diventati una cultura di attività senza fine e di esaurimento. Ma con la giusta terapia il veleno diventa medicina. La disillusione, con tutto il dolore e la vergogna che si porta dietro, apre la porta alla successiva visione della realtà. Quando tocchiamo il fondo ha inizio la risalita. Il crollo porta ad una svolta. L’esaurimento accende una nuova fiamma. La terapia è la liberazione del flusso di consapevolezza. La chiamiamo ‘crescita’ – al di là di ogni immaginabile felicità – o ‘prosperare’ o ‘pienezza di vita’ o il ‘Regno di Dio’. La sfida è che in una cultura iperattiva guidata dall’ego è difficile pensare che la terapia per i nostri cuori e menti così agitate sia l’impegno all’immobilità e al silenzio. John Main ha detto che la maggiore difficoltà della meditazione è la sua semplicità.
Metanoia non si può raggiungere per un atto di volontà o attraverso grandi sofferenze. Si schiude, come una rosa, quando vediamo e accettiamo la realtà in quanto tale. Quel poco che so della coltivazione delle rose è che bisogna togliere i fiori appassiti. Non appena la rosa in fiore comincia a perdere i petali, bisogna tagliarla via nel punto in cui è unita allo stelo. ‘Questo lavoro fatto regolarmente dà una nuova forza per la crescita e una maggior fioritura’ dice il sito web. Secondo un’altra fonte di saggezza: ‘Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. (Giovanni 15:1-4)
La potatura è un compito che richiede coraggio. Da soli, per conto nostro, non potremmo riuscire a proseguire il trattamento per una crescita più salutare. A chi fa piacere tagliar via qualcosa ? Il trattamento non è solo una semplice tecnica. E’ scritto
nel progetto originale della nostra creazione che include i misteri della salvezza attraverso la grazia e del divenire divino attraverso l’amore. Lavorare con l’ombra, togliere i fiori appassiti dalle nostre illusioni, meditare, tutto ciò è impossibile restando isolati. L’inganno dell’ego è farci credere di poter crescere senza una radicale e amorevole resa della nostra preziosa sovranità.
Metanoia sboccia come una rosa
quando vediamo e accettiamo la realtà così com’è
Gesù lo ha spiegato dicendo che il tralcio deve esser unito alla vite o appassirà. Il Buddha ha detto che il cammino spirituale è inconcepibile senza il sangha, senza compagni di viaggio. La Comunità e – (parola temuta da molti) la chiesa – sono il mezzo per una sacra amicizia che sia di sostegno all’evoluzione della consapevolezza. Questa però non è la chiesa istituzione ma la vera chiesa in quanto esperienza condivisa.
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Tutto ciò che è personale, e da fare con consapevolezza ci rende attenti a due dimensioni di questa sacra amicizia. Ognuna cerca di abbracciare l’altra: l’individuale e l’universale, io e loro, il locale e il globale. Questi paradossi creano la flessibilità necessaria per la crescita. Le discussioni religiose dividono quando non si riescono ad armonizzare le dimensioni del locale e dell’universale. Il simbolo mistico della chiesa come un corpo umano si mostra unificato in molte parti, un cespuglio di rose, una vite con molti tralci.
Pensate per esempio alla nostra WCCM comunità. Ogni gruppo di meditazione locale ha una specifica fioritura ma allo stesso tempo è parte di una comunità globale. A volte i coordinatori nazionali mi dicono di aver incontrato dei gruppi che non si sentono particolarmente collegati con la vite. La fragranza di metanoia può cambiare questa sensazione e portare benefici per tutti. Quelli che sono consapevoli di questo legame favoriscono l’abbraccio tra locale e globale. Allora il dono sacro dell’amicizia è valorizzato ancora più fortemente. E con ciò generalmente emerge una rinnovata generosità nel condividere con nuove persone il dono della meditazione. Entrando nel campo di forze del paradosso di locale e globale, personale e universale, scorgiamo la sovrapposizione infinita dei piani di consapevolezza. Suona un po’ come Dio ? L’Aquinate diceva che ogni essere è un nome di Dio e il non essere è un nome di Dio.
La meditazione ci libera grazie alla presa di coscienza che, visto che Dio è inconoscibile, la religione – come istituzione, dogma, rituale e devozione – è un’indicazione, non un contenitore o una parola finale su Dio. Solo quando sappiamo di non poter conoscere Dio possiamo aver fede e amarlo. ‘Voi lo amate pur senza averlo visto e ora , senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile’. (1 Pietro 1:8) Questo livello di conoscenza ci aspetta nella nube della non conoscenza, in cui entriamo relegando qualsiasi altra cosa conosciuta, ogni cosa, nella nube dell’oblio. Questo è il lavoro della parola sacra.
Come un raggio laser, il mantra ci porta attraverso livelli di consapevolezza sempre più acuti. Un raggio laser è un raggio di luce ridotto ad una immensa sottigliezza. Il raggio può esser sparato a migliaia di chilometri nel cielo ed usato per tagliare i metalli. E’ immenso e minuscolo. Personalmente devo molto a questo raggio perché il trattamento col laser mi ha salvato la vista dopo un distacco di retina quando avevo vent’anni. Come un laser lungo la sua stretta traiettoria, il mantra trancia i blocchi del rifiuto e del diniego e sposta le montagne dell’ego che si frappongono al successivo livello di consapevolezza. Diventa più stretto e sottile più noi gli diamo attenzione e più esaurisce l’ombra superstite. Anche prima della fine che è nella grazia di Dio e non nei nostri sforzi, avremo uno scorcio sulla fine del nostro viaggio, non in quanto proiettata nel futuro ma come realtà presente. Una condizione di totale semplicità che costa non meno di tutto. L’insegnamento cristiano sul mantra in quanto cammino verso la ‘pura preghiera’ inizia con Giovanni Cassiano nel V secolo. L’ha paragonato al primo passo che fa un bambino nell’imparare a leggere. ‘Come farebbe un bambino a sillabare le parole più semplici se non avesse prima imparato le lettere dell’alfabeto ? Qui comunque il paradosso è che nell’imparare a leggere nel senso comune, diventiamo capaci di capire parole più complesse, e poi frasi, lettere, le newsletter della meditazione. Ma, imparando a meditare tutto diventa sempre più semplice.
Il mantra è il cammino lungo una vita che man mano diventa una cosa sola con la meta. I bambini lo capiscono meglio degli adulti perché sono più vicini all’immediatezza dell’esperienza. L’impegno è un problema solo finché pensiamo alla meditazione come a un mezzo per raggiungere qualcosa. Così, forse la passione è un modo migliore per comprendere di cosa abbiamo bisogno per questo lavoro e per seguire il cammino. Non passione per il possesso, ma passione per amare con tutto il cuore, mente, anima e forza, e poi far sì che l’amore centrato in un solo punto nell’impegno della meditazione possa espandersi verso l’esterno.
La passione d’amore è la via congiunta di unione e spoliazione, la gioia del talamo nuziale e la sofferenza della crocefissione. La mente contemplativa che cresce attraverso questo ripetersi dell’esperienza comprende la ragione per cui passione e pazienza hanno una radice comune. Progredire fedelmente attraversando ciò che si deve sopportare genera il rischio tremendo di perdere la propria vita nell’amore senza nessuna garanzia di poterlo trovare di nuovo.
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Oggi l’umanità ha bisogno di nuovi valori che emergono da questi paradossi della dimensione spirituale. Affiorano alla consapevolezza attraverso i cambiamenti di cui facciamo esperienza in noi stessi e nella rinata speranza quando affrontiamo la nostra ombra.
Dappertutto, vediamo il danno collaterale provocato dal legare il nostro futuro al valore illusorio di una crescita materiale illimitata. E’ vero, con la magia della tecnologia, l’umanità ha sviluppato poteri miracolosi, ma a cosa ci serve aver conquistato il mondo a costo del nostro vero sé ? Questo è il progresso ? I valori di una cultura di spreco eccessivo e false speranze hanno logorato noi e l’intero pianeta. Perciò il conseguente crollo psichico e la disgregazione sociale non sono una causa ma la terrificante conseguenza della disumanizzazione dell’essere umano nei confronti di se stesso
I profeti hanno sempre incitato le persone a leggere i segni dei tempi. Sono difficili da leggere e interpretare quando ne siamo presi e le nostre vite individuali vengono infangate dal falso sistema di valori che inquina e corrompe. Abbiamo bisogno di metanoia per vedere quei segni, ma abbiamo anche bisogno di recuperare le capacità necessarie per la metanoia.
Fra queste in primo luogo ho ricordato il dono e la forza del mantra. La pura preghiera è l’ascesi fondamentale, l’esercizio principale, di crescita spirituale. Come la rosa Metanoia la meditazione ha bisogno di esser piantata, di mettere radici, di crescere prima di poter fiorire e deliziarci con la sua fragranza. In secondo luogo, dobbiamo reimparare l’arte antica della lettura dei testi sapienziali. Parlerò di questo in una serie on line della WCCM che inizia a settembre. E in terzo luogo c’è la capacità contro culturale dell’amicizia sacra. Questa forma di relazione basata su fiducia e amorevolezza non è legata alla convenienza, al piacere o allo sfruttamento delle persone. Sorge quando condividiamo con altri la solitudine del silenzio. E alla fine un’autentica comunità, dedita al servizio e ad una missione si sviluppa da questa solitudine. Non è un club o un gruppo di esperti. E’ una scuola di servizio in cui lavoriamo con la nostra ombra ed aiutiamo gli altri a lavorare con le loro. Con queste doti e doni spirituali possiamo far sì che si dissolva la presa distruttiva polarizzante che sta lacerando la società. Meditare apre le porte alla meditazione.
Alcuni anni fa quando ho visitato il monastero di santa Caterina nel Sinai, ho avuto il privilegio di vedere dal vero un’icona del Pantocreator del VI sec. che amavo da tanto tempo e avevo contemplato in alcune riproduzioni. A quel punto ero veramente davanti all’originale ed ho passato un bel po’ di tempo seduto lì di fronte ad ammirarla. Vedere come i due occhi di Cristo entrano in modi differenti in contatto con noi e ci attirano nel suo modo di vedere, mi hanno trasformato. Nella sua totale metanoia vede tutto allo stesso tempo, il mondo dell’ombra, illusione e sofferenza ma anche la luce limpida del giorno eterno. Ho sentito che tutto il suo volto in questa eccezionale opera d’arte sacra rivela l’umanità divina che ci è stata data. Esprime la conoscenza e la compassione che la sua passione – in entrambe i sensi – ha emanato. Semplicemente guardandolo vuol dire vedere che è presente e consapevole in noi stessi.
Con grande affetto
Laurence
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