Sabato Santo – 30 marzo 2024
Per poco tempo la morte resta molto ipotetica nel panorama umano della vita. Dopo la breve immortalità della giovinezza, e con la prima esperienza della perdita di qualcuno che amiamo, la morte sembra una possibilità crescente. Anche quando abbiamo la grazia inspiegabile di accompagnare qualcuno che amiamo fino al punto in cui “si è compiuto” e lui esala l’ultimo respiro mentre gli teniamo la mano, il momento reale cade come la lama di una ghigliottina. Come nel Sabato Santo, c’è un grande silenzio, assenza e vuoto senza fondo.
Il modo in cui una persona muore può aprirci le porte attraverso le quali la grazia della morte – mettendoci di fronte al volto più nudo della verità – ci investe. Mentre le persone sono appese alla croce in attesa, possono essere pacifici, fiduciosi, accettanti e persino visibilmente pieni di meraviglia per ciò che vedono e per ciò a cui sono chiamati e a cui sono accolti. Forse non lo vediamo esattamente come loro, ma possiamo percepire qualcosa vedendo che loro lo vedono. Per un momento, a causa del nostro ego irritante, potremmo persino sentirci esclusi e dimenticati poiché siamo irresistibilmente attratti da ciò che stanno vedendo. Quando esalano l’ultimo respiro, questa visione condivisa sembra finire, come la caduta del sipario alla fine di uno spettacolo. Rimaniamo soli con la nostra memoria, in un mondo sempre più impoverito.
Non sono mai state scritte parole più potenti per comunicare questa meraviglia, pace nel dolore e nello stesso tempo dolore bruciante, di quelle che abbiamo sentito ieri. Vediamo quello che hanno visto di quello che lui vedeva attraverso un ricordo trasmesso da chi era lì e ha sofferto ed è stato cambiato da quello che ha visto, ma che non sapeva spiegare. A differenza della maggior parte dei ricordi, però, non comincia a indebolirsi dal giorno dopo per poi cedere ed entrare nel grande oblio che tutto consuma. La mano che stringiamo inizia a perdere il suo calore umano, ancora prezioso ma non più appartenente alla persona che abbiamo amato e perso.
Mentre piangeva sbirciò nel sepolcro… “hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno messo”.
Il Sabato Santo è uno stato d’animo: una zona neutra tra ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo. È troppo pieno di vuoto, l’assenza è troppo presente e il silenzio è assordante.
Non dobbiamo immaginare nulla. È un giorno in cui la meditazione è la priorità.